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la mala 'ntenzione

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Messaggio  Ospite Gio Lug 15, 2010 6:41 pm

Mi auguro davvero che il mio pensiero sia "storicamente inadeguato", come dici tu.
A tutt'oggi non condivido la tua opinione, pur rispettandola sommamente.
Voglio solo precisare che quello che ho postato era solo ciò che una modesta lettrice come me ha ritenuto interessante mostrare,
considerata la situazione altamente ostile che gli omosessuali vivono nei Paesi Musulmani.
Tutto qui

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Messaggio  cinzia Gio Lug 15, 2010 3:51 pm

nonostante il caldo ho fatto la fatica di leggere l'articolo postato da Imma, che ringrazio.

interessante sapere che l'islam pure compie passi verso il rispetto dei diritti civili tanto cari all'occidente. Ma perfavore, non portiamo l'attuale atteggiamento del mondo musulmano ad esempio per la chiesa cattolica. l'islam che, in diversi paesi del mondo, tuttora tortura e uccide le persone come noi, oltre a quelle in altre innumerevoli condizioni, e rende loro la vita impossibile. io non sono esperta di islamismo ma sono davanti agli occhi di tutti la considerazione inaccettabile che della donna ha il mondo musulmano e le testimonianze drammatiche che molte persone gay e 'dissidenti morali' in generale con fatica ci fanno pervenire.

nella chiesa cattolica di cui faccio parte e di cui ho esperienza nessuno mi ha mai minacciata di morte ne` mi ha torturata perche` sono omosessuali, molti hanno messo in discussione le mie posizioni, certo, ma tanti altri invece si sono seduti accanto a me e hanno discorso con me con la sincera volonta` di comprendere una situazione a loro sconosciuta. sto parlando si sacerdoti e religiosi, non solo di laici.

la civilta` cristiana, grazie a Dio, in tutte le sue denominazioni, e` stata promotrice e garante lungo i secoli della promozione della persona umana in generale e nelle sue particolari situazioni. questo e` il bilancio innegabile che chi ha senso della storia non puo` esimersi dal fare, sapendo intelligentemente collocare nel divenire del pensiero e dell'azione dell'uomo le pur numerose incongruenze che ci sono state ad es ricordate da Joy in un post di qualche tempo fa.

a rischio di essere tacciata di moderatismo o anche integralismo, mi sembrava doveroso rettificare un'affermazione che ritengo storicamente inadeguata.



cinzia
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Messaggio  Betty Mer Lug 14, 2010 5:17 pm

affraid
cara imma ci potevi fare un breve riassunto... Shocked
non dubito sul contenuto sicuramente interessante ....ma con questo caldo anche leggere fa sudare... sunny
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Messaggio  Ospite Mer Lug 14, 2010 5:10 pm

Ho letto un interessante articolo di Omar Camiletti del Secolo d'Italia sul convegno internazionale intitolato "Religioni,omofobia e transofobie" tenutosi a Parigi il 7 giugno scorso.
Riporto il testo integrale dell'articolo:

"Si è svolto a Parigi lunedì scorso, con il patrocinio del ministero francese del­l'Interno e dei Culti, un importante convegno su "Religioni, omofobia e tran­sfobie". E per l'occasione si è anche com­memorato il giorno in cui esattamente 20 anni prima, nel 1990, l'Organizzazione mondiale della sanità aveva ritirato l'omo­sessualità dalla lista che la classificava fra le malattie mentali. La discussione aveva una sorta di prologo nel documento appel­lo di alcuni religiosi contro l'omofobia e la transfobia, redatto il 17 marzo scorso.
D'altronde, le religioni abramitiche han­no tutte una storia in comune, quella di Lot, nipote del profeta Abramo, che viveva a Sodoma, una città dove gli uomini erano dediti ai rapporti omosessuali, nonostante le ingiunzioni divine a loro rivolte attra­verso lo stesso Lot. E la Bibbia, ad esempio, racconta che dopo numerosi avvertimenti, Dio distrusse Sodoma. È stato principal­mente attraverso questa storia, menziona­ta nei testi sacri, che le religioni monotei­ste fondano la condanna - innanzitutto mo­rale - della pratica dell'omosessualità. «Il ruolo della famiglia è fondamentale nel giu­daismo e nelle altre religioni abramitiche -ha detto Richard Prasquier, presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia (Crii) - in cui il cresce­re e moltiplicarsi è visto come un obbligo divino. E uno dei motivi per cui l'omosessualità è vissuta così male, è che dà l'im­pressione di bloccare tale obbligo».
Ma all'inizio del colloquio parigino Louis-Georges Tin, presidente del comitato Idaho (Giornata internazionale contro l'omofobia e trans), ha specificato che «la violenza con­tro gli individui è stata invece spesso com­messa da persone che usano la religione per giustificare il loro odio verso un capro espiatorio». E ha aggiunto: «Non stiamo chiedendo alle religioni di approvare omo­sessualità o trans-identità, stiamo promuo­vendo la stigmatizzazione dell'omofobia e della transfobia». Per questo - ha conti­nuato - tutti gli uomini di fede sono chia­mati a condannare attivamente la violenza contro gli omosessuali, affinché tutte le va­rie comunità religiose in Occidente e tutti gli Stati non si basino più sulla religione per giustificare l'omofobia».
Alcuni esponenti delle religioni hanno comunque già accolto questo processo a fa­vore dei diritti umani. Tra questi, il rabbi­no Rivon Krygier, il saggista cristiano Je­an-Claude Guillebaud, il protestante filoso­fo Olivier Abel, e il teologo musulmano Ta­riq Oubrou, tutti firmatari dell'appello del 17 marzo scorso. «Preoccupati per la di­scriminazione, l'umiliazione e la violenza di cui continuano ad essere oggetto omo­sessuali e transessuali; secondo noi l'ama­re il prossimo tuo come te stesso vale anche per gli omosessuali», ribadisce il filosofo protestante Olivier Abel. «L'argomento, è vero, è molto delicato, e urta la sensibilità comune fra i musulmani», dice Tariq Ou­brou, autore dell'assai apprezzato libro Professione imam, ricordando che l'omo­sessualità è una pratica antica che esiste ed è esistita anche nelle società musulmane. «Ma rimaneva nell'ambito del privato. Non era previsto alcun quadro giuridico e lega­le per essa, salvo nel caso che vi fosse una condotta apertamente scandalosa».
Oggi, ovviamente, i tempi sono cambiati: sono sempre di più gli omosessuali che rivendicano apertamente un riconoscimento morale e legale ovunque essi si trovino, in Occidente come nei Paesi islamici, cosa che però molte società non sono disposte ad ac­cettare facilmente, anzi molti Stati, per tut­ta risposta a quello che ritengono un virus "occidentale", hanno inasprito la legisla­zione contro il comportamento degli omo­sessuali. Oggi, 25 Paesi condannano l'omo­sessualità a una pena detentiva, mentre in sette nazioni vige la punizione con la pena capitale (Afghanistan, Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Nigeria, Sudan, Yemen). Non è difficile rendersi conto che questi set­te Paesi sono a maggioranza musulmana. «Dobbiamo evitare di ridurre la religione a un sistema di castighi e pene - dice Oubrou - per il quale il senso alto delle tradizioni religiose deve assolutamente impedire ogni pretesto per una diffusione della violenza». «In quanto teologo e responsabile di una co­munità religiosa - conclude Oubrou, che è l'imam della città di Bordeaux - non accet­to la violenza contro le persone solo perché non condividono la nostra etica sessuale». Inoltre, seppur assai criticato per la sua assenza alla conferenza, il Consiglio fran­cese del culto musulmano non si è sottrat­to alle spinosa questione, la quale in so­stanza rivela quanto siano disposti a inte­grarsi i musulmani in una società aperta come quella europea. E così ha preferito condannare con una semplice dichiarazio­ne «contro qualsiasi forma di attentato per­petrato a una persona a causa delle sue opi­nioni, della sua appartenenza religiosa o a causa del suo orientamento sessuale. Senza dare alcun giudizio o valutazione sulle pra­tiche sessuali dei cittadini - si leggeva espli­citamente nel comunicato - il Consiglio ricorda che «l'Islam, come altre religioni mo­noteiste, crede che la vita sessuale, secondo i nobili principi, non possa essere conce­pito che come parte integrante della vita co­niugale tra uomo e donna uniti da un con­tratto di matrimonio». Una posizione che evidentemente non contesta l'apertura di Tariq Oubrou e di cui si devono ritenersi soddisfatti gli esponenti della Lgbt (Lesbi­che, Gay, Bisessuali e Transgender) che hanno sostenuto l'appello degli esponenti religiosi contro l'omofobia. Un analogo prudente silenzio c'è - va sottolineato - da parte dei rappresentanti del cattolicesimo e dell'ebraismo ma sull'argomento specifi­co del cosiddetto "matrimonio" gay. Dalil Boubaker, rettore della Grande Moschea di Parigi, chiede ad esempio un maggior ap­profondimento per non negare la diversità umana e questo grazie a una lettura più at­tuale del testo sacro, Senza avventurarsi «in proposte di azioni concrete che non ver­rebbero prese in considerazione dalla mag­gior parte dei fedeli», ammette l'importan­te esponente musulmano. Del resto a gen­naio del 2010 è nata l'Associazione Gay mu­sulmani di Francia (HM2F) che riunisce og­gi circa 40 membri, nel tentativo di consen­tire a gay e lesbiche di religione musulma­na di conciliare la loro omosessualità e la loro fede: «Noi non abbiamo scelto di esse­re gay, mentre abbiamo scelto di avere cre­denze reUgiose», ha detto Ludovic Zahed, il fondatore di "Testardo" la rivista di HM2F. «Spetta a Dio a giudicare», recita un tradi­zionale adagio tanto caro ai musulmani di tutto il mondo. La dignità dell'uomo, qua­lunque sia la sua religione, come le sue ori­gini, il suo genere e il suo orientamento ses­suale, sono uno dei valori massimi, comuni a tutte le religioni, compreso l'Islam".
Vale la pena di leggere il libro: "Il giardino di Shahrzad" che raccoglie i diari dal web di tre lesbiche e una transessuale iraniane che si celano dietro un nome collettivo: “Vida" e dove c'è scritto: Credo in Dio e nel Corano, ma non in tutte le regole che sono venute dopo. L'Islam è per tutti, anche per gli omosessuali. È per tutti gli esseri umani, e io sono un essere umano".
Dunque, anche il mondo musulmano sta iniziando ad aprirsi lentamente verso un'interpretazione contemporanea del Corano,più attenta allo spirito divino che si cela dietro le parole.
Speriamo che la Chiesa Cattolica possa fare altrettanto e che non tratti gli omosessuali soltanto come persone portatrici di "mala 'ntenzione"....

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