Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
+2
anita
SHANTI
6 partecipanti
Pagina 1 di 1
Gesù e le donne. MARTA E MARIA lettura cattolica femminista (http://studiandolateologia.ning.com
Marta e Maria
Gesù, è il primo ebreo Rabbino (che vuol dire "maestro") che ammette al discepolato le donne. Mi piace ricordare Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, che dal Vangelo di Luca 10,38-42 risulta essere l'esempio forse della prima donna che si mette alla sequela dell'Insegnamento (rabbinico) di Gesù, in merito a ciò che era riservato agli uomini, e negato alle donne: l'ascolto e lo studio della Parola di Dio cioè delle Sacre Scritture. "il mettersi seduta ai piedi di Gesù è l'atteggiamento tipico che cararretterizza un discepolo nei confronti del suo Maestro."
La Chiesa Cattolica non è ancora intera, cioè non è ancora nata; sta nascendo" (Ivana Ceresa,)
in "Mie Care sorelle, pg. 23" (capitolo I ,paragrafo 2)
Gesù non ha solo discepole itineranti che viaggiano con lui e il suo gruppo dalla Galilea alla Giudea.
A parte altre che forse vi furono e che non possiamo conoscere, sappiamo per certo che Marta e Maria, evangelicamente parlando, occupano una posizione di spicco. Non appartengono al gruppo itinerante,. e non sono ricordate come testimoni dell'ultimo atto della vita di Gesù, tuttavia sono discepole a pieno titolo.( il Vangelo di Luca sembra conoscere solo loro).
quando Maria sta ai suoi piedi
è in atteggiamento di ascolto, come lo sarebbe un allievo maschile nei confronti del suo maestro. Ciò vuol dire che per Gesù le donne valgono quanto gli uomini, la qual cosa a quei tempi fu un evento innovatore:
Gesù è il primo , che di cultura ebraica apra alle donne, che erano considerate impure e non avevano diritto di studiare le Scritture.
Lc. 10,38-42 (Maria ai piedi di Gesù che lo ascolta)
Rispetto a Marta,Maria sembra aver capito più a fondo la novità di Gesù, perchè ascolta la sua parola, "seduta ai suoi piedi"
Questa espressione per noi non è molto più del rilievo di un atteggiamento di ascolto, indubbiamente affettuoso e devoto; nella cultura ebraica però è un'espressione tecnica e indica la situazione del discepolo rispetto al maestro. I discepoli di solito sedevano in terra, ai suoi piedi.
Paolo stesso, nel racconto di Luca, ricorda di essere cresciuto sotto la guida di Gamaliele, alla sua scuola: letteralmente "ai piedi di Gamaliele" (Atti degli apostoli 22,3). L'espressione che l'evangelista
usa per Maria, così' sottomessa in apparenza, è una sorprendente novità: tanto più poi perchè Maria,
nel suo agire anomalo, viene lodata da Gesù a preferenza della sorella Marta..
.Un fatto tanto più importante in quanto in Israele le donne erano escluse dallo studio della Legge.-
Farsi discepolo di un maestro era caldamente raccomandato ad un ebreo maschio, ma era
vivamente sconsigliato a una donna.
In questo passo Gesù, lodando Maria, che trascura i suoi doveri casalinghi, a preferenza della sorella che ad essi invece si immola, rigetta in modo solenne e definitivo gli schemi patriarcali, apre alle donne, nella logica del Regno, gli spazi dell'ascolto, e - per logica, inevitabile progressione
evolutiva -, dello studio e della riflessione spirituale.
Luca, l'autore del terzo vangelo è stato a lungo prediletto dalla riflessione teologica al femminile, soprattutto perchè ricorda numerose donne sia nel suo vangelo sia negli Atti, perchè è l'unico
a ricordare le donne che seguono Gesù fin dai primi tempi del ministero e, in genere, perchè
accorda alle donne uno spazio notevole, talvolta duplicando gli episodi che racconta, inserendone uno al femminile per simmetria con quello al maschile.
Gv.11,1-5 Qui viene evidenziato che Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli.
Gv.11,17-40); Marta confessa che Gesù è il Messia.
Marta , nonostante le apparenze, non è da meno è la prima donna che fa la confessione di fede in Gesù Cristo messia e figlio di Dio, il Cristo.
"Marta dimostra di avere in Gesù una fede forte e profonda ma ancora inadeguata: non ha ancora le idee chiare che egli ha potere sulla vita (che anzi "è lui la vita" in termini giovannei), e sembra considerare Gesù piuttosto un intermediario potente fra Dio e gli esseri umani.
Gesù dice a Marta:""Tuo fratello risorgerà"(Gv 11,23),. Marta, legata alla sua fede giudaica nella risurrezione finale dei morti, risponde che sì certo, Lazzaro risorgerà nell'ultimo giorno. e notiamo che Gesù non smentisce la fede di Marta , ma la definisce, la porta a compimento, la "spalanca" attraverso il riferimento alla sua persona: "Io sono la resurrezione e la vita"(Gv.11,25). Non è un'affermazione teorica, l'enunciazione di una dottrina: interpella nel profondo la persona a cui si rivolge, chiama a un pieno coinvolgimento esistenziale, come si capisce dalla domanda che conclude la solenne autorivelazione di Gesù: "Credi tu questo?" (Gv. 11,26,b) E Marta risponde : "Si, Signore, io credo che tu sei il Figlio di Dio che deve venire nel mondo." (Gv: 11,27). Insieme con la frase di Gesù che precede, questa frase di Marta rappresenta il culmine teologico dell'episodio e realmente prepara il risuscitamento di Lazzaro, come se si aprisse una porta.
Non può sfuggire a nessuno che si tratta dell'equivalente della confessione messianica di Pietro,
a Cesarea di Filippo: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". (Mt 16,16); "Il Crsto di Dio"(Lc 9,20), che ha un equivalente anche nel quarto vangelo: "Tu sei il santo di Dio"! (Gv 6,6),
La confessione di fede di Marta risulta in tutto e per tutto analoga;
forse, da un certo punto di vista può considerarsi superiore.
Superiore forse anche teologicamente, perlomeno in quanto ha un carattere più completo e più solenne e sembra formata da tre membri in in progressione: riconosce in Gesù il Messia - il Figlio
di Dio - Colui che deve venire.
Superiore in senso psicologico spirituale. ;
"La testimonianza di Pietro nei Sinottici risultava resa in un momento più normale e tranquillo, invece Marta parla nel momento in cui il lutto pesa su di lei, e, come se non bastasse la perdita recente
del fratello, deve fronteggiare anche qualcosa di più oscuro, una dolorosa perplessità. Gesù infatti ha agito in modo strano, inspiegabile; quando gli hanno annunciato la malattia di Lazzaro, ha aspettato due giorni, ha aspettato che Lazzaro morisse.: sembra aver deluso la speranza silenziosamente riposta in lui dalle sorelle di Lazzaro, e come amico si è dimostrato poco sollecito.
Proprio in questa situazione contradditoria, Marta con le sue parole sta riaffermando che ha fede in lui, anzi che lo riconosce come il Messia atteso, quantunque egli non abbia agito nel modo atteso e sperato e lei non riesca a capirne il perchè.
Sembra strano che l'ecclesiologia del passato e del presente abbia dato tanta importanza alla confessione messianica di Pietro, fino a farne dipendere in buona parte il suo ruolo di capo e portavoce nel gruppo dei Dodici. mentre la professione di fede di Marta è stata letta come un
lodevole atto privato di fede e devozione, privo di qualsiasi risvolto ecclesiale. MARTA AL FEMMINILE E' COME L'EQUIVALENTE DELL'APOSTOLO PIETRO AL MASCHILE.
Le parole di Marta, che riinviano all'attesa messianica ormai giunta al termine,
ricordano le parole della Samaritana: "So che deve venire il messia(...)
Ora il Messia è arrivato e Marta dimostra di avere acquistato la capacità di leggere i segni.
Forse quella di Marta non è ancora la fede piena: credere in Gesù come Messia non significa ancora credere che in lui è la vita. ma è il livello massimo a cui possa giungere una creatura umana,
prima che il segno della risurrezione di Lazzaro si sia fatto palese.
La resurrezione di lazzaro: Gesù che ha potere sulla morte e d è la forza della vita, ha però bisogno della collaborazione degli umani:""togliete la pietra dall'ingresso della tomba"
per poter agire e portare a compimento la resurrezione di lazzaro
ha bisogno della collaborazione degli esseri umani.
7sandrop[u][b]
Gesù, è il primo ebreo Rabbino (che vuol dire "maestro") che ammette al discepolato le donne. Mi piace ricordare Maria, sorella di Marta e di Lazzaro, che dal Vangelo di Luca 10,38-42 risulta essere l'esempio forse della prima donna che si mette alla sequela dell'Insegnamento (rabbinico) di Gesù, in merito a ciò che era riservato agli uomini, e negato alle donne: l'ascolto e lo studio della Parola di Dio cioè delle Sacre Scritture. "il mettersi seduta ai piedi di Gesù è l'atteggiamento tipico che cararretterizza un discepolo nei confronti del suo Maestro."
La Chiesa Cattolica non è ancora intera, cioè non è ancora nata; sta nascendo" (Ivana Ceresa,)
in "Mie Care sorelle, pg. 23" (capitolo I ,paragrafo 2)
Gesù non ha solo discepole itineranti che viaggiano con lui e il suo gruppo dalla Galilea alla Giudea.
A parte altre che forse vi furono e che non possiamo conoscere, sappiamo per certo che Marta e Maria, evangelicamente parlando, occupano una posizione di spicco. Non appartengono al gruppo itinerante,. e non sono ricordate come testimoni dell'ultimo atto della vita di Gesù, tuttavia sono discepole a pieno titolo.( il Vangelo di Luca sembra conoscere solo loro).
quando Maria sta ai suoi piedi
è in atteggiamento di ascolto, come lo sarebbe un allievo maschile nei confronti del suo maestro. Ciò vuol dire che per Gesù le donne valgono quanto gli uomini, la qual cosa a quei tempi fu un evento innovatore:
Gesù è il primo , che di cultura ebraica apra alle donne, che erano considerate impure e non avevano diritto di studiare le Scritture.
Lc. 10,38-42 (Maria ai piedi di Gesù che lo ascolta)
Rispetto a Marta,Maria sembra aver capito più a fondo la novità di Gesù, perchè ascolta la sua parola, "seduta ai suoi piedi"
Questa espressione per noi non è molto più del rilievo di un atteggiamento di ascolto, indubbiamente affettuoso e devoto; nella cultura ebraica però è un'espressione tecnica e indica la situazione del discepolo rispetto al maestro. I discepoli di solito sedevano in terra, ai suoi piedi.
Paolo stesso, nel racconto di Luca, ricorda di essere cresciuto sotto la guida di Gamaliele, alla sua scuola: letteralmente "ai piedi di Gamaliele" (Atti degli apostoli 22,3). L'espressione che l'evangelista
usa per Maria, così' sottomessa in apparenza, è una sorprendente novità: tanto più poi perchè Maria,
nel suo agire anomalo, viene lodata da Gesù a preferenza della sorella Marta..
.Un fatto tanto più importante in quanto in Israele le donne erano escluse dallo studio della Legge.-
Farsi discepolo di un maestro era caldamente raccomandato ad un ebreo maschio, ma era
vivamente sconsigliato a una donna.
In questo passo Gesù, lodando Maria, che trascura i suoi doveri casalinghi, a preferenza della sorella che ad essi invece si immola, rigetta in modo solenne e definitivo gli schemi patriarcali, apre alle donne, nella logica del Regno, gli spazi dell'ascolto, e - per logica, inevitabile progressione
evolutiva -, dello studio e della riflessione spirituale.
Luca, l'autore del terzo vangelo è stato a lungo prediletto dalla riflessione teologica al femminile, soprattutto perchè ricorda numerose donne sia nel suo vangelo sia negli Atti, perchè è l'unico
a ricordare le donne che seguono Gesù fin dai primi tempi del ministero e, in genere, perchè
accorda alle donne uno spazio notevole, talvolta duplicando gli episodi che racconta, inserendone uno al femminile per simmetria con quello al maschile.
Gv.11,1-5 Qui viene evidenziato che Maria era quella che unse il Signore di olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli.
Gv.11,17-40); Marta confessa che Gesù è il Messia.
Marta , nonostante le apparenze, non è da meno è la prima donna che fa la confessione di fede in Gesù Cristo messia e figlio di Dio, il Cristo.
"Marta dimostra di avere in Gesù una fede forte e profonda ma ancora inadeguata: non ha ancora le idee chiare che egli ha potere sulla vita (che anzi "è lui la vita" in termini giovannei), e sembra considerare Gesù piuttosto un intermediario potente fra Dio e gli esseri umani.
Gesù dice a Marta:""Tuo fratello risorgerà"(Gv 11,23),. Marta, legata alla sua fede giudaica nella risurrezione finale dei morti, risponde che sì certo, Lazzaro risorgerà nell'ultimo giorno. e notiamo che Gesù non smentisce la fede di Marta , ma la definisce, la porta a compimento, la "spalanca" attraverso il riferimento alla sua persona: "Io sono la resurrezione e la vita"(Gv.11,25). Non è un'affermazione teorica, l'enunciazione di una dottrina: interpella nel profondo la persona a cui si rivolge, chiama a un pieno coinvolgimento esistenziale, come si capisce dalla domanda che conclude la solenne autorivelazione di Gesù: "Credi tu questo?" (Gv. 11,26,b) E Marta risponde : "Si, Signore, io credo che tu sei il Figlio di Dio che deve venire nel mondo." (Gv: 11,27). Insieme con la frase di Gesù che precede, questa frase di Marta rappresenta il culmine teologico dell'episodio e realmente prepara il risuscitamento di Lazzaro, come se si aprisse una porta.
Non può sfuggire a nessuno che si tratta dell'equivalente della confessione messianica di Pietro,
a Cesarea di Filippo: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". (Mt 16,16); "Il Crsto di Dio"(Lc 9,20), che ha un equivalente anche nel quarto vangelo: "Tu sei il santo di Dio"! (Gv 6,6),
La confessione di fede di Marta risulta in tutto e per tutto analoga;
forse, da un certo punto di vista può considerarsi superiore.
Superiore forse anche teologicamente, perlomeno in quanto ha un carattere più completo e più solenne e sembra formata da tre membri in in progressione: riconosce in Gesù il Messia - il Figlio
di Dio - Colui che deve venire.
Superiore in senso psicologico spirituale. ;
"La testimonianza di Pietro nei Sinottici risultava resa in un momento più normale e tranquillo, invece Marta parla nel momento in cui il lutto pesa su di lei, e, come se non bastasse la perdita recente
del fratello, deve fronteggiare anche qualcosa di più oscuro, una dolorosa perplessità. Gesù infatti ha agito in modo strano, inspiegabile; quando gli hanno annunciato la malattia di Lazzaro, ha aspettato due giorni, ha aspettato che Lazzaro morisse.: sembra aver deluso la speranza silenziosamente riposta in lui dalle sorelle di Lazzaro, e come amico si è dimostrato poco sollecito.
Proprio in questa situazione contradditoria, Marta con le sue parole sta riaffermando che ha fede in lui, anzi che lo riconosce come il Messia atteso, quantunque egli non abbia agito nel modo atteso e sperato e lei non riesca a capirne il perchè.
Sembra strano che l'ecclesiologia del passato e del presente abbia dato tanta importanza alla confessione messianica di Pietro, fino a farne dipendere in buona parte il suo ruolo di capo e portavoce nel gruppo dei Dodici. mentre la professione di fede di Marta è stata letta come un
lodevole atto privato di fede e devozione, privo di qualsiasi risvolto ecclesiale. MARTA AL FEMMINILE E' COME L'EQUIVALENTE DELL'APOSTOLO PIETRO AL MASCHILE.
Le parole di Marta, che riinviano all'attesa messianica ormai giunta al termine,
ricordano le parole della Samaritana: "So che deve venire il messia(...)
Ora il Messia è arrivato e Marta dimostra di avere acquistato la capacità di leggere i segni.
Forse quella di Marta non è ancora la fede piena: credere in Gesù come Messia non significa ancora credere che in lui è la vita. ma è il livello massimo a cui possa giungere una creatura umana,
prima che il segno della risurrezione di Lazzaro si sia fatto palese.
La resurrezione di lazzaro: Gesù che ha potere sulla morte e d è la forza della vita, ha però bisogno della collaborazione degli umani:""togliete la pietra dall'ingresso della tomba"
per poter agire e portare a compimento la resurrezione di lazzaro
ha bisogno della collaborazione degli esseri umani.
7sandrop[u][b]
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Stavo scherzando.
Seriamente penso che avere un buon rapporto con se stessi e con Dio sia la base da cui partire per iniziare ad agire. Per questo come hai detto tu non importa fare cose grandiose, si può contribuire anche senza apparire.
L'importante per me adesso è continuare a camminare il più possibile nella coerenza e nella verità con me stessa e con gli altri. Poi arriverà anche il momento di aprirsi porre la questione: ho questi sentimenti eppure credo e sento che il signore cammina con me, come la mettiamo?
Seriamente penso che avere un buon rapporto con se stessi e con Dio sia la base da cui partire per iniziare ad agire. Per questo come hai detto tu non importa fare cose grandiose, si può contribuire anche senza apparire.
L'importante per me adesso è continuare a camminare il più possibile nella coerenza e nella verità con me stessa e con gli altri. Poi arriverà anche il momento di aprirsi porre la questione: ho questi sentimenti eppure credo e sento che il signore cammina con me, come la mettiamo?
WhiteShadow- Messaggi : 282
Data d'iscrizione : 15.01.10
Località : Firenze
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
MARCINKUS???????????
Temo mi sia andata la colazione di traverso....
Temo mi sia andata la colazione di traverso....
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Ragazze sono necessarie entrambe le cose Ribaltando una frase del mos marcinkus potremmo dire che il cambiamento non si conduce solo con le avemmarie, che non sono neanche ecumeniche, trallaltro
WhiteShadow- Messaggi : 282
Data d'iscrizione : 15.01.10
Località : Firenze
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Sono assolutamente d'accordo con te! Aria
aria- Messaggi : 496
Data d'iscrizione : 03.10.10
Età : 46
Località : reggio emilia
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Temo, cara Aria, che la preghiera serva a ben poco a cambiare le chiese, se non è accompagnata da un'azione concreta di impegno e solidarietà.
Di fronte agli accadimenti di questi giorni, nello specifico il rifiuto del vescovo Romeo a concedere la parrocchia di Santa Lucia in Palermo per la Veglia contro l'Omofobia, possiamo davvero limitarci a pregare per il cambiamento dei cuori e delle menti?
Ho conosciuto i ragazzi di Ali d'Aquila poco prima di Pasqua. Hanno un'età media dai venti ai trenta anni. Un ibrido tra i cuccioli e i lupacchiotti. Non me la sento di rincuorarli, in un momento così triste, limitandomi a dire: pregherò per il cambiamento della vostra chiesa.
Ho capito che per impegnarsi nell'azione, non c'è davvero bisogno di scendere in piazza rischiando la vita, come alcuni pensano potrebbe accadere.
Una mia amica cucina biscotti rainbow per poi venderli e finanziare le nostre attività. C'è chi mette in musica gli inni per le veglie contro l'omofobia. C'è chi offre la sua casa per ospitare relatori che giungono da ogni paese o chi li va a prendere in macchina. C'è chi disegna volantini. Chi traduce articoli dall'inglese. Chi gli articoli li scrive.
Basta poco, davvero poco per cambiare lo stato delle cose. Non mi stancherò mai di dirlo e ricordarlo.
Di fronte agli accadimenti di questi giorni, nello specifico il rifiuto del vescovo Romeo a concedere la parrocchia di Santa Lucia in Palermo per la Veglia contro l'Omofobia, possiamo davvero limitarci a pregare per il cambiamento dei cuori e delle menti?
Ho conosciuto i ragazzi di Ali d'Aquila poco prima di Pasqua. Hanno un'età media dai venti ai trenta anni. Un ibrido tra i cuccioli e i lupacchiotti. Non me la sento di rincuorarli, in un momento così triste, limitandomi a dire: pregherò per il cambiamento della vostra chiesa.
Ho capito che per impegnarsi nell'azione, non c'è davvero bisogno di scendere in piazza rischiando la vita, come alcuni pensano potrebbe accadere.
Una mia amica cucina biscotti rainbow per poi venderli e finanziare le nostre attività. C'è chi mette in musica gli inni per le veglie contro l'omofobia. C'è chi offre la sua casa per ospitare relatori che giungono da ogni paese o chi li va a prendere in macchina. C'è chi disegna volantini. Chi traduce articoli dall'inglese. Chi gli articoli li scrive.
Basta poco, davvero poco per cambiare lo stato delle cose. Non mi stancherò mai di dirlo e ricordarlo.
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Speriamo e preghiamo che la chiesa trasformi se stessa, sempre più fedele alla verità evangelica...
Forse lo conoscete già, ma fa sempre bene al cuore e all'animo ascoltarlo.
Padre Alberto Maggi: Omosessualità, Chiesa e Vangelo
https://youtu.be/346Qbc3joss
buona giornata a tutte.... Aria
Forse lo conoscete già, ma fa sempre bene al cuore e all'animo ascoltarlo.
Padre Alberto Maggi: Omosessualità, Chiesa e Vangelo
https://youtu.be/346Qbc3joss
buona giornata a tutte.... Aria
aria- Messaggi : 496
Data d'iscrizione : 03.10.10
Età : 46
Località : reggio emilia
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Cara Shanti,
mi dai occasione per chiarire ancora meglio il mio pensiero. Ciò che intendo dire è che esiste molta ipocrisia tra coloro che dicono che la chiesa cattolica non è un problema.
A volte, queste persone non frequentano davvero la chiesa cattolica, come vedo accade con te.
Altre volte, queste persone è come se proprio si rifiutassero di vedere. Non vengono allo scoperto nè vivono liberamente il loro orientamento sessuale, quindi non comprovano davvero se la chiesa cattolica li accetta o meno. Aprire gli occhi sarebbe troppo doloroso per loro. Lo capisco.
Conosco invece altre persone, che il conflitto con la loro chiesa lo vivono davvero. Insegnanti di religione, teologhe, volontarie nei più diversi progetti. Il conflitto in loro è solo rimandato. Vedono bene la differenza tra ciò che la chiesa cattolica proclama sull'amore e cosa ne fa concretamente di questo amore nella vita quotidiana. Rifiuto, intolleranza, chiusura.
Ricordo benissimo l'episodio di un mio caro amico gay cattolico, che nel primo Forum ad Albano, mi chiamò fuori in corridoio, mentre un relatore parlava, dicendomi quasi tra le lacrime: io prima credevo sinceramente che le gerarchie cattoliche peccassero in buona fede, per me ora non è più possibile crederlo.
Questo dolore lo rispetto, è adulto, maturo, inizio di reale liberazione.
Poi vengono gli altri e le altre. Pochi, purtroppo. Gente in prima linea nel rinnovamento delle loro comunità cattoliche, impegnati corpo e anima nella lotta per le persone LGBTQ, che organizzano veglie, gruppi di lettura, convegni, dibattiti, Pride, scrivono articoli, girano l'Italia in lungo e largo a loro spese, finanziano attività di altri gruppi.
Sanno benissimo ciò che è la loro chiesa, non ne hanno visioni mitologiche o sospese tra il sacro e il divino. E' gente con i piedi per terra. Che vive il loro orientamento con chiarezza. Di solito sono persone che sanno ridere di cardinali e vescovi omofobi, né hanno paura nell'ammettere che sono appunto omofobi. Non si arrabbiano, non s'intristiscono, non negano la meschinità delle loro gerarchie. E semplicemente, vanno avanti.
Ho tantissimi amici e amiche come queste. Per me è un onore condividere la loro amicizia. Tra noi non ci sono differenze. Non importa se io sono valdese e loro cattolici incalliti.
Aprire gli occhi, questo è importante. All'inizio può essere doloroso. A chi può far piacere capire che la propria chiesa è omofoba fino al midollo? Anche nella comunità valdese ci sono omofobi da far venire la pelle d'oca. Ma è solo aprendo gli occhi che puoi far scendere dal piedistallo i tanti esseri umani che si collocano in un piedistallo perché c'è qualcuno che glielo consente. Solo così gli puoi chiedere spiegazioni sul perché si permettono, loro esseri umani come te, di credersi Dio e nel diritto di chiederti conto della tua vita.
Dice Padre Alberto Maggi che le persone più pericolose per la religione non sono quelli che la contestano, ma quelli che semplicemente se ne fregano di ciò che dice. Non si fanno nè spaventare nìè intimorire nè umiliare. Vanno avanti per la loro strada, vivono alla luce del sole ciò che sono, continuano ad amare. Nessuno riesce a cacciarli nell'ombra, perchè sono la luce e si limitano a splendere com'è nella natura di ogni scintilla.
Buon fine settimana, ora, vado a lavorare.
mi dai occasione per chiarire ancora meglio il mio pensiero. Ciò che intendo dire è che esiste molta ipocrisia tra coloro che dicono che la chiesa cattolica non è un problema.
A volte, queste persone non frequentano davvero la chiesa cattolica, come vedo accade con te.
Altre volte, queste persone è come se proprio si rifiutassero di vedere. Non vengono allo scoperto nè vivono liberamente il loro orientamento sessuale, quindi non comprovano davvero se la chiesa cattolica li accetta o meno. Aprire gli occhi sarebbe troppo doloroso per loro. Lo capisco.
Conosco invece altre persone, che il conflitto con la loro chiesa lo vivono davvero. Insegnanti di religione, teologhe, volontarie nei più diversi progetti. Il conflitto in loro è solo rimandato. Vedono bene la differenza tra ciò che la chiesa cattolica proclama sull'amore e cosa ne fa concretamente di questo amore nella vita quotidiana. Rifiuto, intolleranza, chiusura.
Ricordo benissimo l'episodio di un mio caro amico gay cattolico, che nel primo Forum ad Albano, mi chiamò fuori in corridoio, mentre un relatore parlava, dicendomi quasi tra le lacrime: io prima credevo sinceramente che le gerarchie cattoliche peccassero in buona fede, per me ora non è più possibile crederlo.
Questo dolore lo rispetto, è adulto, maturo, inizio di reale liberazione.
Poi vengono gli altri e le altre. Pochi, purtroppo. Gente in prima linea nel rinnovamento delle loro comunità cattoliche, impegnati corpo e anima nella lotta per le persone LGBTQ, che organizzano veglie, gruppi di lettura, convegni, dibattiti, Pride, scrivono articoli, girano l'Italia in lungo e largo a loro spese, finanziano attività di altri gruppi.
Sanno benissimo ciò che è la loro chiesa, non ne hanno visioni mitologiche o sospese tra il sacro e il divino. E' gente con i piedi per terra. Che vive il loro orientamento con chiarezza. Di solito sono persone che sanno ridere di cardinali e vescovi omofobi, né hanno paura nell'ammettere che sono appunto omofobi. Non si arrabbiano, non s'intristiscono, non negano la meschinità delle loro gerarchie. E semplicemente, vanno avanti.
Ho tantissimi amici e amiche come queste. Per me è un onore condividere la loro amicizia. Tra noi non ci sono differenze. Non importa se io sono valdese e loro cattolici incalliti.
Aprire gli occhi, questo è importante. All'inizio può essere doloroso. A chi può far piacere capire che la propria chiesa è omofoba fino al midollo? Anche nella comunità valdese ci sono omofobi da far venire la pelle d'oca. Ma è solo aprendo gli occhi che puoi far scendere dal piedistallo i tanti esseri umani che si collocano in un piedistallo perché c'è qualcuno che glielo consente. Solo così gli puoi chiedere spiegazioni sul perché si permettono, loro esseri umani come te, di credersi Dio e nel diritto di chiederti conto della tua vita.
Dice Padre Alberto Maggi che le persone più pericolose per la religione non sono quelli che la contestano, ma quelli che semplicemente se ne fregano di ciò che dice. Non si fanno nè spaventare nìè intimorire nè umiliare. Vanno avanti per la loro strada, vivono alla luce del sole ciò che sono, continuano ad amare. Nessuno riesce a cacciarli nell'ombra, perchè sono la luce e si limitano a splendere com'è nella natura di ogni scintilla.
Buon fine settimana, ora, vado a lavorare.
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
re
Ok non ti avevo capito, ma il mio pensiero vale lo stesso anche se... al contrario Sono io che accetto loro perchè comunque appartengo a questa chiesa e anche se la sento inadeguata in tante cose è fatta da uomini e porto il mio modo di essere come testimonianza, cercando di cambiarla dal di dentro. So di essere una goccia in un mare ma se venissi a mancare sarei sempre una goccia in meno Tanto per citare Madre Teresa di Calcutta. Un abbraccioRosa Elena ha scritto:Shanti,
credo ci sia un qui pro quo. Non mi riferivo a me quando dico " accettare". Mi accetto io e questo mi basta. Intendo che non si può dire che la chiesa cattolica ti accetta, quando in realtà poi non la frequenti più di tanto. In questo senso, ti possono accettare anche i tibetani, tanto che cosa costruisco o condivido con loro?
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Shanti,
credo ci sia un qui pro quo. Non mi riferivo a me quando dico " accettare". Mi accetto io e questo mi basta. Intendo che non si può dire che la chiesa cattolica ti accetta, quando in realtà poi non la frequenti più di tanto. In questo senso, ti possono accettare anche i tibetani, tanto che cosa costruisco o condivido con loro?
credo ci sia un qui pro quo. Non mi riferivo a me quando dico " accettare". Mi accetto io e questo mi basta. Intendo che non si può dire che la chiesa cattolica ti accetta, quando in realtà poi non la frequenti più di tanto. In questo senso, ti possono accettare anche i tibetani, tanto che cosa costruisco o condivido con loro?
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
RE
Io accetto tutti. Il Dalai Lama ha detto: "Non cambiate religione e non diventate buddisti, prendete quello che di buono c'è nelle altre religioni e portatelo nella vostra e con il vostro esempio miglioratela". Infatti: sono vegan come i bramini, faccio yoga come gli induisti, credo nella forza dell'energia come i cinesi (vedi il fengshui), ammiro e leggo il Dalai Lama, Joghananda e Osho e, nella mia famiglia, ci sono tutte le religioni monoteiste del mondo :-) Compresa anche quella evangelica. Visto il mio innato ecumenismo perchè non ti dovrei accettare?????????????????????????
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Dicevo...sono contenta perché ti senti accolta dalla tua chiesa. Poi, però, vedo che non si tratta di questo, visto che come tu stessa dici sei un cane sciolto e non appartieni a nessuna comunità...
In questo senso, posso dire , tutti mi possono accettare...anche i tibetani...
In questo senso, posso dire , tutti mi possono accettare...anche i tibetani...
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
re
Rosa Elena ha scritto:Sono contenta per te Shanti, dici che possiamo organizzare una Veglia contro l'omofobia nella tua comunità?
Di che sei contenta Rosa Elena? Non appartengo a nessuna comunità, sono un cane (anzi un lupo :-) ) sciolto.
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Sono contenta per te Shanti, dici che possiamo organizzare una Veglia contro l'omofobia nella tua comunità?
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Rosa Elena ha scritto:Non credo di scandalizzare nessuna dicendo che comunque le donne nella chiesa cattolica sono relegate a ruoli di assoluta subalternità.
E' chiaro che il potere nessuno te lo regala! ma penso che ti sbagli quando dici che nella chiesa siamo in posizione di totale subalternità anche se in passato era così. Forse per alcuni sacerdoti è ancora così ma per quanto mi riguarda non mi sento subalterna a nessuno. Io ho avuto una esperienza diversa dalla tua evidentemente anche se sono pienamente cosciente delle storture che tu metti in evidenza.
Non intedo per questo condurre una lotta kamikaze contro il Golia-Vaticano, mi basta essere onesta con me stessa capirmi meglio. E poi ho quella cosa che si chiama libertà di coscienza che è un'insegnamento della mia Chiesa che non vuole sudditi ne soldatini (anche se farebero comodo a certi curati) ma persone libere!
Per tornare in carreggiata ovvero all'argomento del topic che è "donne e Vangelo" vi segnalo questo film che ho visto recentemente e che fa una reinterpretazione della figura di Maria MOLTO interessante. Insomma la "piena di grazia" non è la solita madonnina infilzata passiva e sottomessa ma una donna dal cuore libero che partecipa attivamente al disegno di Salvezza di Dio, educando suo figlio contro il legalismo della religione. Gesù bambino non è il genietto nato imparato dei vangeli canonici e neanche il fenomeno degli apocrifi ma un bambino che si interroga, fa domande e che man mano che cresce nell'amore instaura con sua madre una certa complicità.
Mi ha colpito molto perchè può essere letto benissimo in chiave religiosa. Per quel poco che ne so di teologia le tesi che stanno alla base del soggetto del film non dovrebbero essere così prive di fondamento teologico.
WhiteShadow- Messaggi : 282
Data d'iscrizione : 15.01.10
Località : Firenze
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Senza andare molto, ma molto lontano, in questi giorni gli organizzatori del PRIDE, per ciò che riguarda gli LGBTQ cristiani, hanno disperatamente cercato una donna come relatrice.
Vi assicuro che è già difficile tenere in allerta gli uomini, gay o etero non cambia, sulla presenza femminile. Farebbero benissimo a meno di noi o ci metterebbero allegramente in cucina a preparare la cena di fine PRIDE. Ruoli subalterni, sempre, in ogni caso. Ce ne sono davvero pochi di illuminati.
Dunque faticosamente si cerca sempre di tenerli su un letto di spine a questo riguardo, poi quando finalmente capiscono che è giusto dare spazio alla presenza femminile, che accade?
Accade che le poche donne visibili sono tutte impegnate. Si contano sulla punta delle dita. Altre non ce n'è. Non se la sentono. La fidanzata non vuole. Perderebbero il posto di lavoro. La loro comunità le caccerebbe senza tante storie. Non sono ancora pronte. Non è arrivato il momento. La mamma morirebbe.
Non è desolante tutto ciò? Per me sì. A volte mi è toccato stare in conferenze di quaranta uomini e me sola come donna. Lo trovo spaventosamente desolante. Allora mi chiedo se davvero ci crediamo nel messaggio del Vangelo. Perché se davvero ci credessimo in ciò che dice Lui, Gesù intendo, in un Dio che ci ha donato dignità, amore per noi stesse, coraggio contro ogni forma di morte, non solo aspetteremmo come cosa santa e giusta che gli altri ci diano il turno per dire la nostra, ma lo PRETENDEREMMO. Senza se e senza ma.
Vi assicuro che è già difficile tenere in allerta gli uomini, gay o etero non cambia, sulla presenza femminile. Farebbero benissimo a meno di noi o ci metterebbero allegramente in cucina a preparare la cena di fine PRIDE. Ruoli subalterni, sempre, in ogni caso. Ce ne sono davvero pochi di illuminati.
Dunque faticosamente si cerca sempre di tenerli su un letto di spine a questo riguardo, poi quando finalmente capiscono che è giusto dare spazio alla presenza femminile, che accade?
Accade che le poche donne visibili sono tutte impegnate. Si contano sulla punta delle dita. Altre non ce n'è. Non se la sentono. La fidanzata non vuole. Perderebbero il posto di lavoro. La loro comunità le caccerebbe senza tante storie. Non sono ancora pronte. Non è arrivato il momento. La mamma morirebbe.
Non è desolante tutto ciò? Per me sì. A volte mi è toccato stare in conferenze di quaranta uomini e me sola come donna. Lo trovo spaventosamente desolante. Allora mi chiedo se davvero ci crediamo nel messaggio del Vangelo. Perché se davvero ci credessimo in ciò che dice Lui, Gesù intendo, in un Dio che ci ha donato dignità, amore per noi stesse, coraggio contro ogni forma di morte, non solo aspetteremmo come cosa santa e giusta che gli altri ci diano il turno per dire la nostra, ma lo PRETENDEREMMO. Senza se e senza ma.
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Ciao.
Il tuo scritto è bellissimo, e verissimo. Condivido pienamente... Grazie Rosa Elena.
Credo anche io che l'obiettivo nostro debba essere non far cambiare gli altri, ma far conoscere noi stessi, in modo che la conoscenza di noi ci apra un varco dentro il quale possiamo avere lo spazio di ESSERE, non solo ESISTERE ma VIVERE, e realizzarci, in pienezza e non nel nascondimento o nella parzialità.
Il mio scetticismo e il mio "rimprovero" è rivolto alla tendenza che abbiamo, a volte, a fuggire da tutto per restare in un angolino a piangere, normale conseguenza dell'essere state ferite e stigmatizzate, ma improduttiva e controproducente reazione.. non so se mi sono spiegata..
Ho letto "IN MEMORIA DI LEI", di Elisabeth Schussler Fiorenza, una "ricostruzione femminista delle origini cristiane", un libro non proprio leggero ma che si propone di studiare la teologia femminista ricostruendo il ruolo delle donne nella realtà cristiana delle origini, affrontando il principio di uguaglianza, e proponendo le donne come modelli di discepolato... Non è un libretto leggero, e più di una volta mi sono arenata preferendo riprendere in mano Topolino, ma ci sono delle considerazioni interessanti..
Un abbraccio a tutte DONNEEEEEE! Ciao, Aria
Il tuo scritto è bellissimo, e verissimo. Condivido pienamente... Grazie Rosa Elena.
Credo anche io che l'obiettivo nostro debba essere non far cambiare gli altri, ma far conoscere noi stessi, in modo che la conoscenza di noi ci apra un varco dentro il quale possiamo avere lo spazio di ESSERE, non solo ESISTERE ma VIVERE, e realizzarci, in pienezza e non nel nascondimento o nella parzialità.
Il mio scetticismo e il mio "rimprovero" è rivolto alla tendenza che abbiamo, a volte, a fuggire da tutto per restare in un angolino a piangere, normale conseguenza dell'essere state ferite e stigmatizzate, ma improduttiva e controproducente reazione.. non so se mi sono spiegata..
Ho letto "IN MEMORIA DI LEI", di Elisabeth Schussler Fiorenza, una "ricostruzione femminista delle origini cristiane", un libro non proprio leggero ma che si propone di studiare la teologia femminista ricostruendo il ruolo delle donne nella realtà cristiana delle origini, affrontando il principio di uguaglianza, e proponendo le donne come modelli di discepolato... Non è un libretto leggero, e più di una volta mi sono arenata preferendo riprendere in mano Topolino, ma ci sono delle considerazioni interessanti..
Un abbraccio a tutte DONNEEEEEE! Ciao, Aria
aria- Messaggi : 496
Data d'iscrizione : 03.10.10
Età : 46
Località : reggio emilia
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Non credo di scandalizzare nessuna dicendo che comunque le donne nella chiesa cattolica sono relegate a ruoli di assoluta subalternità.
Ma non si tratta solo di questo. Si tratta di confinare nel silenzio una metà dell’umanità. Tanti uomini che pontificano sul ruolo della donna, tanti vescovi e cardinali che dichiarano quale deve essere il nostro ruolo nella società senza minimamente tener conto di quanto le donne, in particolare le teologhe femministe, hanno detto sul patriarcato, sulla morale sessista, sul sistema binario di esclusione che pervade tante pagine della Bibbia. Ma in quanto lesbica per me c’è stato molto di più.
Ciò che mi è risultato impossibile da gestire, ad un certo punto, è quella che Fabio Regis nel suo libro “ L’amore forte” chiama la teoria del doppio legame. Si tratta di un meccanismo psicologico per cui si lanciano messaggi linguistici contraddittori creando fragilità e confusione nella persona che li riceve. Da una parte si proclama che gli omosessuali vanno accolti, dall’altra li si stigmatizza come disordinati. Ora si dice che non bisogna perseguitarli ora si afferma che se li picchiano e li stuprano è perché se la sono cercata. Ora li si proclama figli e figlie di Dio, ora li si invita al nascondimento e all’invisibilità. Il risultato del doppio legame è la persona frammentata, divisa e scissa. Così io mi sono sentita.
C’è un bellissimo testo della Robin Norwood dal titolo “ Donne che amano troppo”. Il libro indaga meccanismi psicologici devianti nelle relazioni d’affetto che istaurano molte donne. Cresciute nell’idea del sacrificio, dell’annullamento di sé come forma più alta d’amore, non è raro che alcune donne, di solito provenienti da famiglie con problemi di alcolismo o di tossicodipendenza, istaurino rapporti non basati sulla parità e sul rispetto. Di solito si cercano un partner o una partner, non di rado con gli stessi problemi della famiglia di origine, mariti violenti, donne dipendenti, compagne assenti, nel tentativo di “ cambiarli/le” con il loro amore. La teoria geniale della Norwood è che queste donne, spesso vittime di maltrattamenti e abusi, in realtà sono convinte di essere “ Dio”, perché solo Dio dice la Norwood può davvero cambiare gli altri. L’unica realtà che noi possiamo cambiare, prosegue la psicoterapeuta, siamo noi stessi e noi stesse.
Queste donne non amano, perché amare significa accettare le persone per ciò che sono, amarle totalmente in ogni loro espressione, nei loro difetti e nelle loro fragilità. Non si ama chi si tenta di cambiare, cercando di farlo aderire forzatamente ad un modello che possediamo. Paradossalmente, afferma la Norwood gli altri e le altre cambiano quando noi cominciamo a cambiare. Cioè quando accettiamo che le persone sono libere di essere ciò che sono, quindi o le amiamo così come sono o semplicemente ammettiamo che istaurare una relazione con chi ci picchia, ci denigra, ci violenta e schernisce è impossibile e deleterio per la nostra salute mentale. E quindi, gentilmente, li/le accompagniamo alla porta delle nostre esistenze. Ecco, penso che noi persone omosessuali, in particolare le lesbiche, dobbiamo lottare contro questa idea “insana” dell’amore. Noi pensiamo “ genuinamente” che certe gerarchie chiuse nel loro egoismo e durezza di cuore possano essere cambiate. La mia idea è che non si possa cambiare proprio nessuno, possiamo cambiare noi stessi, e cambiando, cioè diventando visibili, lottando concretamente per i nostri diritti, partecipando alle veglie, contribuendo a diffondere veramente quello che è il messaggio del vangelo, solo così le gerarchie si decideranno a cambiare.
Ma non si tratta solo di questo. Si tratta di confinare nel silenzio una metà dell’umanità. Tanti uomini che pontificano sul ruolo della donna, tanti vescovi e cardinali che dichiarano quale deve essere il nostro ruolo nella società senza minimamente tener conto di quanto le donne, in particolare le teologhe femministe, hanno detto sul patriarcato, sulla morale sessista, sul sistema binario di esclusione che pervade tante pagine della Bibbia. Ma in quanto lesbica per me c’è stato molto di più.
Ciò che mi è risultato impossibile da gestire, ad un certo punto, è quella che Fabio Regis nel suo libro “ L’amore forte” chiama la teoria del doppio legame. Si tratta di un meccanismo psicologico per cui si lanciano messaggi linguistici contraddittori creando fragilità e confusione nella persona che li riceve. Da una parte si proclama che gli omosessuali vanno accolti, dall’altra li si stigmatizza come disordinati. Ora si dice che non bisogna perseguitarli ora si afferma che se li picchiano e li stuprano è perché se la sono cercata. Ora li si proclama figli e figlie di Dio, ora li si invita al nascondimento e all’invisibilità. Il risultato del doppio legame è la persona frammentata, divisa e scissa. Così io mi sono sentita.
C’è un bellissimo testo della Robin Norwood dal titolo “ Donne che amano troppo”. Il libro indaga meccanismi psicologici devianti nelle relazioni d’affetto che istaurano molte donne. Cresciute nell’idea del sacrificio, dell’annullamento di sé come forma più alta d’amore, non è raro che alcune donne, di solito provenienti da famiglie con problemi di alcolismo o di tossicodipendenza, istaurino rapporti non basati sulla parità e sul rispetto. Di solito si cercano un partner o una partner, non di rado con gli stessi problemi della famiglia di origine, mariti violenti, donne dipendenti, compagne assenti, nel tentativo di “ cambiarli/le” con il loro amore. La teoria geniale della Norwood è che queste donne, spesso vittime di maltrattamenti e abusi, in realtà sono convinte di essere “ Dio”, perché solo Dio dice la Norwood può davvero cambiare gli altri. L’unica realtà che noi possiamo cambiare, prosegue la psicoterapeuta, siamo noi stessi e noi stesse.
Queste donne non amano, perché amare significa accettare le persone per ciò che sono, amarle totalmente in ogni loro espressione, nei loro difetti e nelle loro fragilità. Non si ama chi si tenta di cambiare, cercando di farlo aderire forzatamente ad un modello che possediamo. Paradossalmente, afferma la Norwood gli altri e le altre cambiano quando noi cominciamo a cambiare. Cioè quando accettiamo che le persone sono libere di essere ciò che sono, quindi o le amiamo così come sono o semplicemente ammettiamo che istaurare una relazione con chi ci picchia, ci denigra, ci violenta e schernisce è impossibile e deleterio per la nostra salute mentale. E quindi, gentilmente, li/le accompagniamo alla porta delle nostre esistenze. Ecco, penso che noi persone omosessuali, in particolare le lesbiche, dobbiamo lottare contro questa idea “insana” dell’amore. Noi pensiamo “ genuinamente” che certe gerarchie chiuse nel loro egoismo e durezza di cuore possano essere cambiate. La mia idea è che non si possa cambiare proprio nessuno, possiamo cambiare noi stessi, e cambiando, cioè diventando visibili, lottando concretamente per i nostri diritti, partecipando alle veglie, contribuendo a diffondere veramente quello che è il messaggio del vangelo, solo così le gerarchie si decideranno a cambiare.
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Un intervento di Rosa Elena me l'aspettavo eheh
Nella mia riflessione mancava un piccolo ma non trascurabile dettaglio: la mia Chiesa riconosce pari dignità alla donna ma non la parità dei ruoli.
Le ragioni sono esclusivamente di potere... potere che i preti tengono tuttora stretto tra i denti e senza alcuna intenzione di mollare.
Sai una cosa, ma che se lo tengano! Non ne sono mai stata gelosa.
Non me la sento di considerare la Chiesa Cattolica di oggi, dal Vaticano secondo in poi, quella in cui sono nata e cresciuta come oppressiva delle donne. E parlo basandomi sulla mia esperienza. Sarà perchè non mi sono mai sentita sminuita o svalutata in quanto donna, sarà perchè mi sono potuta esprimere liberamente
organizzando iniziative e svolgendo servizi come il catechismo, che sarebbe compito del sacerdote svolgere...
Al di la della mia esperienza nella chiesa cattolica di oggi i laici e quindi le donne hanno acquistato una grande importanza rispetto al passato. Ho visto preti tenere in considerazione le donne che svolgevano il loro ruolo di
collaboratrici, consulenti, teologhe, suore ecc... Molte donne insegnano nelle scuole e in parrocchia... anzi forse in questo sono in maggioranza!! Donne sono state e sono tuttora ai vertici di associazioni e movimenti: focolari neocatecumenali, azione cattolica. Molto è stato fatto e molto resta da fare.
Il problema è che della rivoluzione epocale del Vaticano Secondo ancora molti laici non hanno preso coscienza e i preti di ogni ordine e grado Ratzigner per primo se ne sono scordati...
Il fatto di avere un capo che guida la chiesa, la diocesi, la parrocchia e il dover fare i conti con un depositum fidei che ha secoli di storia mi da la possibilità di riflettere in profondità sulle cose senza fermarmi alle mie opinioni basate sulla percezione della realtà di questo momento. E' un dialogo che spesso è ed è stato crescita, arricchimento ma in alcuni casi scontro. Tutto mi si può dire ma sto cercando di essere una persona libera. Come ho già detto i laici cattolici sono in maggiornaza pecore che si allineano, o almeno questa è la percezione che ho e penso di non sbagliarmi. Vorrei restare nella Chiesa Cattolica ma senza fare la pecora. Ci riuscirò o mi scomunicano prima??
Nella mia riflessione mancava un piccolo ma non trascurabile dettaglio: la mia Chiesa riconosce pari dignità alla donna ma non la parità dei ruoli.
Le ragioni sono esclusivamente di potere... potere che i preti tengono tuttora stretto tra i denti e senza alcuna intenzione di mollare.
Sai una cosa, ma che se lo tengano! Non ne sono mai stata gelosa.
Non me la sento di considerare la Chiesa Cattolica di oggi, dal Vaticano secondo in poi, quella in cui sono nata e cresciuta come oppressiva delle donne. E parlo basandomi sulla mia esperienza. Sarà perchè non mi sono mai sentita sminuita o svalutata in quanto donna, sarà perchè mi sono potuta esprimere liberamente
organizzando iniziative e svolgendo servizi come il catechismo, che sarebbe compito del sacerdote svolgere...
Al di la della mia esperienza nella chiesa cattolica di oggi i laici e quindi le donne hanno acquistato una grande importanza rispetto al passato. Ho visto preti tenere in considerazione le donne che svolgevano il loro ruolo di
collaboratrici, consulenti, teologhe, suore ecc... Molte donne insegnano nelle scuole e in parrocchia... anzi forse in questo sono in maggioranza!! Donne sono state e sono tuttora ai vertici di associazioni e movimenti: focolari neocatecumenali, azione cattolica. Molto è stato fatto e molto resta da fare.
Il problema è che della rivoluzione epocale del Vaticano Secondo ancora molti laici non hanno preso coscienza e i preti di ogni ordine e grado Ratzigner per primo se ne sono scordati...
Il fatto di avere un capo che guida la chiesa, la diocesi, la parrocchia e il dover fare i conti con un depositum fidei che ha secoli di storia mi da la possibilità di riflettere in profondità sulle cose senza fermarmi alle mie opinioni basate sulla percezione della realtà di questo momento. E' un dialogo che spesso è ed è stato crescita, arricchimento ma in alcuni casi scontro. Tutto mi si può dire ma sto cercando di essere una persona libera. Come ho già detto i laici cattolici sono in maggiornaza pecore che si allineano, o almeno questa è la percezione che ho e penso di non sbagliarmi. Vorrei restare nella Chiesa Cattolica ma senza fare la pecora. Ci riuscirò o mi scomunicano prima??
WhiteShadow- Messaggi : 282
Data d'iscrizione : 15.01.10
Località : Firenze
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Ragazze.....bello questo dialogo, davvero!
Shanti: grazie per lo spunto! grazie grazie!
White: complimenti per il tuo scritto, niente da dire...analisi perfetta.. a volte penso che se tutti/tutte ci impegnassimo davvero a capire e ancor più a conoscere i contenuti delle cose, senza parlare solo "per sentito dire", saremmo anche migliori portavoci e testimoni più convincenti.
Mi piace il tuo scritto. Io da qualche anno seguo un po' i discorsi di Maggi, e ce ne fossero come lui...
Però credo anche che tocchi a NOI, prima di tutto, avere la capacità, la conoscenza e la preparazione per argomentare le nostre posizioni, siano quelle di cristiane, che quelle di cristiane femministe, che quelle di lesbiche cristiane femministe ...insomma, qualsiasi posizione...
Facile, anzi "facilone", e controproducente fermarsi a dire "non è giusto, non ci capiscono, non ci accettano, sono razzisti, sono maschilisti, punto". Credo io...
Rosa Elena: anzitutto CIAO (perchè non ci siamo ancora conosciute ) .
Dici : "non riesco a stare in una chiesa che ha così scarsa simpatia per le donne. Per carità, piuttosto atea" .
Personalmente non condivido, prima di tutto perchè essere atea non riguarda lo stare in una chiesa, ma il credere o meno in un Dio, a prescindere dalla Chiesa che lo rappresenta o cerca di rappresentarlo... ci sono cristiani non-cattolici, o cristiani cattolici che mantengono una discreta distanza dalla Chiesa ufficiale pur facendone parte...
Io da parte mia mi ritengo cristiana, a scelgo - come mi disse una volta un caro amico prete - "di stare nella Chiesa NONOSTANTE la Chiesa..."..
Sull'atteggiamento generalmente maschilista della Chiesa cattolica concordo... è pressante e fastidioso...doloroso perfino... ma credo rientri in un più ampio discorso di "gerarchia".... molto prima che in quello di una differenza di genere o di sesso..
Se ti capita e ne hai voglia leggi qualcosa di Maggi, è davvero liberatorio, e aiuta a trovare RESPIRO all'interno del pensiero della Chiesa..
Forse se riuscissimo a vivere la chiesa più come COMUNITA' che come GERARCHIA che detta legge.... riusciremmo noi a farne parte con maggior libertà ed iniziativa, e gli altri a desiderare che noi ne facciamo parte.
A volte, temo, il nostro atteggiamento di paura, di delusione, di timore del giudizio e di rabbia covata dentro, ci rende poco fertili e tanto scettici....
abbraccio a tutte, Aria
aria- Messaggi : 496
Data d'iscrizione : 03.10.10
Età : 46
Località : reggio emilia
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Rosa Elena ha scritto:Personalmente, non riesco a stare in una chiesa che ha così scarsa simpatia per le donne. Per carità, piuttosto atea.
Cara Rosa Elena, credo ci sia ormai piuttosto chiaro che vi sono svariati motivi per cui non riusciresti a stare nella chiesa cattolica...
che dire: fortuna per te che non ci stai
Spero tu abbia trascorso una serena e santa Pasqua.
Shalom
anita- Messaggi : 834
Data d'iscrizione : 20.01.10
Età : 52
Località : bergamo
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Concordo, il messaggio di Gesù sulle donne è davvero rivoluzionario, ma la chiesa cattolica non è davvero un buon esempio di fedele seguace del vangelo in questo campo. Tutt'altro. Finché alle donne non verranno dati gli stessi diritti degli uomini nella chiesa cattolica, sacerdozio in primis, ci sarà poco da stare allegre per noi e anche per gli LGBTQ. Sentiremo i soliti discorsi pseudopatriarcali, ammantati di amore per le donne. Ragazze sveglia! La parola deve essere data alle donne perché le cose possono cambiare sul serio per noi, non concessa, non tollerata, non benignamente riconosciuta dall'alto. Personalmente, non riesco a stare in una chiesa che ha così scarsa simpatia per le donne. Per carità, piuttosto atea.
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
SHANTI ha scritto:Leggendo il Vangelo mi è sempre venuto da pensare che Gesù è stato il primo vero “femminista” della storia e circa…. 2000 anni fa. Il rapporto che aveva con il mondo femminile era decisamente straordinario per l’epoca. Non solo amava le donne, ma la cosa più grandiosa era che le rispettava e le restituiva dignità.
Il motivo era forse legato più alla sua battaglia sociale che a quella teologica. (...)
Gesù come primo femminista della storia, è un'idea che mi piace. E penso che lo sia stato nel modo più perfetto che ci sia, cioè senza eccessi e senza assurde tesi del tutto simili e speculari alle tesi maschiliste.
Tuttavia c'è in lui c'è di più di un uomo che valorizza le donne: Gesù è un Dio che libera! L'annuncio cristiano sull'umanità non può non prendere in considerazione la pari dignità fra uomo e donna.
I fondamenti di questo si trovano proprio nelle sacre scritture.Secondo la Genesi il dominio dell'uomo sulla donna rientra tra le conseguenza del peccato originale.
Gesù ha liberato l'umanità dal peccato e ha fatto in modo che non ci fosse più giudeo né greco; più schiavo né libero; più uomo né donna" (Galati cap 3,28) poiché tutti siamo diventati uno in Cristo. Non dimentichiamoci poi che Dio realizza il suo progetto di Salvezza grazie al si di una donna. Maria è la donna che nelle scritture prevale nella eterna lotta contro il Male secondo la profezia Messianica (Gen 3,15 - Ap 12).
Ci sono voluti secoli per capire pienamente questo annuncio cristiano sull'uomo. Solo nell'ultimo secolo, dopo decenni di battaglie laiche e cambiamenti nella società (si, i preti da soli con la LORO teologia non ce la facevano proprio a comprendere il concetto. Avete un idea del perchè?) siamo arrivati al Magistero di Giovanni Paolo II (un papa e un prete che le donne le amava, grazie a Dio! E in questo ha tutta la nostra comprensione) e a documenti come la mulieris dignitatem che consiglio di leggere, anche se nell'idea di donna delinata dal Papa wojtila una donna omosessuale si pùo, al limite, riconoscere solo in parte.
Se c'è un lato positivo è che di fronte a certi predicatori scellerati che dipingono la donna come una creatura debole alle tenatazioni del demonio e per questo ha + bisogno di conversione, si può e si deve (non importa quanto siete cattolici, non importa quanto siate timidi...) ribadire a voce alta e senza paura che queste sono offese gravi e falsità pure e semplici. Oggi almeno non si rischia il patibolo, neanche se ci scappasse di dare del pirla a uno di questi ciarlatani!!
Un'altra cosa che mi colpisce ripensando agli episodi dei Vangeli che parlano di Gesù e le donne è proprio il coraggio di quest'ultime. (Consiglio la lettura di alcuni articoli online di Maggi sull'argomento)
Da una parte l'annuncio di Cristo che restituisce loro la dignità che era stata loro tolta; dall'altra il coraggio e la libertà di queste figure femminili. Esse osano sperare contro ogni speranza, vanno incontro a Gesù destando scandali ignorando le norme sociali dell'epoca, mentre i discepoli fuggono sono vicine al loro maestro sulla croce. Infine per la loro propensione al servizio, come ha detto anche Shanti sono le prime annunciatrici della Resurrezione.
Oggi finalmente è stato chiarito e riconosciuto che le donne danno e sono chiamate a dare il loro contributo nella società e nella Chiesa. Le parole di Giovanni Paolo II nella Mulieris dignitatem non credo siano un punto d'arrivo ma di partenza: da una parte aprono orizzonti inediti dall'altro restano sorde e ceche di fronte a certe realtà umane...
Qualcuna mi potrà dire: mai sentito parlare di teologia queer? Beh per quel poco che ne so non mi convince molto... vedremo
WhiteShadow- Messaggi : 282
Data d'iscrizione : 15.01.10
Località : Firenze
Re: Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
SHANTI ha scritto:
Un episodio importantissimo e molto poco interpretato (riportato in tutte le versioni evangeliche) è ambientato durante la cena di Betania, non molto prima della cattura e della morte di Gesù.
Una donna unge con olio prezioso i piedi (oppure la testa, secondo le versioni) di Gesù, in un rito che era destinato solo a un Messia: dunque, un rito che attribuisce un ruolo profetico alla donna. Ruolo decisamente importante e generalmente attribuito agli uomini.
Ricordo questo brano del Vangelo, nella versione di Marco (mc 14, 1-15)
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto
Mi ha sempre molto colpito lo "spreco" di questa donna, che è talmente coinvolta e potremmo dire "innamorata" del Signore che non bada a spese: porta un profumo preziosissimo, di puro nardo, il vangelo ci dice che ne aveva porato "una libbra", cioè quasi mezzo chilo, per un valore pari a circa trecento denari, ovvero 10 volte quello che Giuda accettò per tradire il maestro. Il nardo era poi contenuto in un vasetto di alabastro, pietra altrettanto preziosa che la donna non esita a rompere, proprio perché non vuole trattenere nulla: né il profumo, che versa fino all'ultima goccia, né il vasetto che infrange.
E il Signore comprende e valorizza l'immensità del dono, non si preoccupa dello spreco, ma lo incoraggia, perché quella donna merita di essere accolta con tutta la portata della sua offerta, nel suo gesto d'amore e insieme di "saluto" (l'ungere con unguenti e profumi era un'azione che si compiva sui morti) che ella riservava al suo Signore, che andava a morire.
Mi sembra una scena di grandissima intimità, che ogni volta mi commuove.
anita- Messaggi : 834
Data d'iscrizione : 20.01.10
Età : 52
Località : bergamo
Il messaggio rivoluzionario di Gesù nei confronti delle donne.
Leggendo il Vangelo mi è sempre venuto da pensare che Gesù è stato il primo vero “femminista” della storia e circa…. 2000 anni fa. Il rapporto che aveva con il mondo femminile era decisamente straordinario per l’epoca. Non solo amava le donne, ma la cosa più grandiosa era che le rispettava e le restituiva dignità.
Il motivo era forse legato più alla sua battaglia sociale che a quella teologica. Quando diceva "gli ultimi saranno i primi" nel nuovo Regno, si riferiva agli emarginati: malati; persone con problemi psichici; poveri e pubblicani. In questa vasta categoria di "ultimi", il sesso femminile era largamente rappresentato: prostitute, donne ripudiate, vedove, tutte particolarmente svantaggiate in una società patriarcale. Non solo i ricchi ("Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli" dice Gesù in Matteo 19,23), ma lo stesso fondamento della società ebraica, la famiglia patriarcale, fu da lui duramente attaccato. Come? Con la vita comunitaria che proponeva ai suoi seguaci di ambo i sessi: dovevano uscire dall'ambito familiare per diffondere la nuova fede, cosa che per le donne poteva costituire una vera liberazione da padri o mariti autoritari.
Donne discepole
Gesù proponeva, invece del digiuno, un pasto comunitario (che poi diventerà la santa messa), e tra i discepoli le donne dividevano la mensa con gli uomini. E fra i discepoli c’erano molte donne.
Fatto davvero importante, quasi tutti i Vangeli canonici concordano nel dire che, una volta risorto, Gesù apparve per primo alle discepole». In due ricostruzioni apparve a Maria di Magdala (Marco 16,9 e Giovanni 20,14-18) e in un'altra (Matteo 28,9) anche a Maria di Cleofa.
Vangeli in rosa
Le prime inviate di Gesù ad annunciare la sua Resurrezione (all’epoca non c’era internet :--) ) sono proprio le donne.
Gesù in più episodi mostra il suo punto di rottura con la tradizione patriarcale dovuta all’emancipazione femminile. Basti ricordare l'episodio della donna che da 12 anni soffriva di emorragia uterina, e per questo motivo era considerata impura ed era emarginata (Matteo 9,20-22; Marco 5,25-34): sfidando il tabù dell'impurità, Gesù si fa toccare da lei il mantello, sente che le forze gli vengono meno, ma decide di guarirla.
Altro atteggiamento rivoluzionario per l'epoca era quello di rivolgersi anche ai non ebrei nella predicazione come nell’aiuto. Ed infatti nell'episodio della madre cananea (Matteo 15,22-28) Gesù è spinto da una donna a fare una cosa rivoluzionaria per l’epoca. Il problema era se guarire o no la figlia di una pagana. Alla richiesta della donna di guarire sua figlia indemoniata, Gesù disse: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele (...) Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". Ma Gesù recede da questa posizione di chiusura quando la donna gli ricorda che anche i cagnolini si cibano delle briciole quando cadono dalla tavola.
Infatti sono proprio le donne non giudee a credere il Lui.
Non ripudiarla
In un tempo in cui il dibattito era se ripudiare la moglie per adulterio o perché aveva sbagliato a mettere il sale nella minestra Lui aveva una posizione sul matrimonio più equa per la donna. In Matteo 19,4-9, Gesù dice: "Non avete letto che il Creatore lì creò da principio maschio e femmina e disse che per questo l'uomo (...) si unirà a una moglie e questi saranno una carne sola? (...) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma all'inizio non era così. In verità vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".
Gesù tendeva a parificare l'uomo e la donna, a sfumare i confini del maschile e del femminile. Un’altra cosa estremamente importante è l’interpretazione di Dio in un modo nuovo: Gesù, figlio di Dio è sia maschile sia femminile (vedi anche Giovanni Paolo I che disse “Dio è Padre, ma ancor più Madre”).
Gesù era interessato al superamento dei sessi e spingeva ad un amore più profondo che va ben oltre quello della carne.
Donna profeta
Un episodio importantissimo e molto poco interpretato (riportato in tutte le versioni evangeliche) è ambientato durante la cena di Betania, non molto prima della cattura e della morte di Gesù.
Una donna unge con olio prezioso i piedi (oppure la testa, secondo le versioni) di Gesù, in un rito che era destinato solo a un Messia: dunque, un rito che attribuisce un ruolo profetico alla donna. Ruolo decisamente importante e generalmente attribuito agli uomini.
I curatori maschi dei Vangeli, intervenuti in tempi in cui la donna venne di nuovo emarginata, hanno forse modificato in senso restrittivo il brano (per esempio, manca il nome della donna), ma resta significativo quello che dice Gesù in risposta alle critiche "maschiliste" dei discepoli: "Dovunque sarà predicato l'evangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato in memoria di lei" (Matteo 26,13).
E' un fatto storico che dopo la morte di Gesù le donne presero alla lettera i suoi insegnamenti per l'emancipazione. Fino a che punto lo rivela una fonte esterna al dibattito fra i primi cristiani e per questo particolarmente attendibile: il governatore romano Plinio il Giovane (I secolo d.C.).
Nei secoli ci sono stati alti e bassi nell'emancipazione femminile. Ma sicuramente Gesù è stato il primo in assoluto che ha difeso le donne riconoscendo, a tutto l'universo femminile, un ruolo che ancora oggi in molte parti del mondo viene negato.
Un abbraccio a tutte
Il motivo era forse legato più alla sua battaglia sociale che a quella teologica. Quando diceva "gli ultimi saranno i primi" nel nuovo Regno, si riferiva agli emarginati: malati; persone con problemi psichici; poveri e pubblicani. In questa vasta categoria di "ultimi", il sesso femminile era largamente rappresentato: prostitute, donne ripudiate, vedove, tutte particolarmente svantaggiate in una società patriarcale. Non solo i ricchi ("Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli" dice Gesù in Matteo 19,23), ma lo stesso fondamento della società ebraica, la famiglia patriarcale, fu da lui duramente attaccato. Come? Con la vita comunitaria che proponeva ai suoi seguaci di ambo i sessi: dovevano uscire dall'ambito familiare per diffondere la nuova fede, cosa che per le donne poteva costituire una vera liberazione da padri o mariti autoritari.
Donne discepole
Gesù proponeva, invece del digiuno, un pasto comunitario (che poi diventerà la santa messa), e tra i discepoli le donne dividevano la mensa con gli uomini. E fra i discepoli c’erano molte donne.
Fatto davvero importante, quasi tutti i Vangeli canonici concordano nel dire che, una volta risorto, Gesù apparve per primo alle discepole». In due ricostruzioni apparve a Maria di Magdala (Marco 16,9 e Giovanni 20,14-18) e in un'altra (Matteo 28,9) anche a Maria di Cleofa.
Vangeli in rosa
Le prime inviate di Gesù ad annunciare la sua Resurrezione (all’epoca non c’era internet :--) ) sono proprio le donne.
Gesù in più episodi mostra il suo punto di rottura con la tradizione patriarcale dovuta all’emancipazione femminile. Basti ricordare l'episodio della donna che da 12 anni soffriva di emorragia uterina, e per questo motivo era considerata impura ed era emarginata (Matteo 9,20-22; Marco 5,25-34): sfidando il tabù dell'impurità, Gesù si fa toccare da lei il mantello, sente che le forze gli vengono meno, ma decide di guarirla.
Altro atteggiamento rivoluzionario per l'epoca era quello di rivolgersi anche ai non ebrei nella predicazione come nell’aiuto. Ed infatti nell'episodio della madre cananea (Matteo 15,22-28) Gesù è spinto da una donna a fare una cosa rivoluzionaria per l’epoca. Il problema era se guarire o no la figlia di una pagana. Alla richiesta della donna di guarire sua figlia indemoniata, Gesù disse: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele (...) Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". Ma Gesù recede da questa posizione di chiusura quando la donna gli ricorda che anche i cagnolini si cibano delle briciole quando cadono dalla tavola.
Infatti sono proprio le donne non giudee a credere il Lui.
Non ripudiarla
In un tempo in cui il dibattito era se ripudiare la moglie per adulterio o perché aveva sbagliato a mettere il sale nella minestra Lui aveva una posizione sul matrimonio più equa per la donna. In Matteo 19,4-9, Gesù dice: "Non avete letto che il Creatore lì creò da principio maschio e femmina e disse che per questo l'uomo (...) si unirà a una moglie e questi saranno una carne sola? (...) Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma all'inizio non era così. In verità vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".
Gesù tendeva a parificare l'uomo e la donna, a sfumare i confini del maschile e del femminile. Un’altra cosa estremamente importante è l’interpretazione di Dio in un modo nuovo: Gesù, figlio di Dio è sia maschile sia femminile (vedi anche Giovanni Paolo I che disse “Dio è Padre, ma ancor più Madre”).
Gesù era interessato al superamento dei sessi e spingeva ad un amore più profondo che va ben oltre quello della carne.
Donna profeta
Un episodio importantissimo e molto poco interpretato (riportato in tutte le versioni evangeliche) è ambientato durante la cena di Betania, non molto prima della cattura e della morte di Gesù.
Una donna unge con olio prezioso i piedi (oppure la testa, secondo le versioni) di Gesù, in un rito che era destinato solo a un Messia: dunque, un rito che attribuisce un ruolo profetico alla donna. Ruolo decisamente importante e generalmente attribuito agli uomini.
I curatori maschi dei Vangeli, intervenuti in tempi in cui la donna venne di nuovo emarginata, hanno forse modificato in senso restrittivo il brano (per esempio, manca il nome della donna), ma resta significativo quello che dice Gesù in risposta alle critiche "maschiliste" dei discepoli: "Dovunque sarà predicato l'evangelo, anche quello che costei ha fatto sarà raccontato in memoria di lei" (Matteo 26,13).
E' un fatto storico che dopo la morte di Gesù le donne presero alla lettera i suoi insegnamenti per l'emancipazione. Fino a che punto lo rivela una fonte esterna al dibattito fra i primi cristiani e per questo particolarmente attendibile: il governatore romano Plinio il Giovane (I secolo d.C.).
Nei secoli ci sono stati alti e bassi nell'emancipazione femminile. Ma sicuramente Gesù è stato il primo in assoluto che ha difeso le donne riconoscendo, a tutto l'universo femminile, un ruolo che ancora oggi in molte parti del mondo viene negato.
Un abbraccio a tutte
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Argomenti simili
» Coppie di fatto: mons. Casale, Vescovo di foggia, dice 'No a chiusure nei confronti delle coppie omosessuali'
» Le teologie delle donne. Un libro la racconta....
» Come Gesù e Pietro
» 8 marzo 2013 Giornata Internazionale delle Donne
» La vita di Gesù
» Le teologie delle donne. Un libro la racconta....
» Come Gesù e Pietro
» 8 marzo 2013 Giornata Internazionale delle Donne
» La vita di Gesù
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.