L'ACCUSATORE

Cara Tonia mi sa che sto linguaggio risultera` un po' criptico alle altre, temo che a parte me non ci sia nessuna filosofa nel forum   

ma relativamente alla tua domanda, che e` forte....

e` sempre il giudizio il grande accusatore di cui parli? o si apre uno spazio nell'uomo e nelle sue facolta` dove il giudizio si formula in modo non accusatorio ma piuttosto come capacita` di intendimento/discernimento?

puo` essere il giudizio lo strumento che permette all'uomo di orientarsi 'sapienzalmente' nel cammino verso l'altro da se?

cosa mitiga la facolta` del giudicare, cosa la rende strumento operativo buono?

e infine, ma la domanda e` esagerata, e` davvero la sopensione del giudizio il metodo piu` efficace per arrivare al cuore?
o non e` proprio a partire dall'essere costantemente gia` pregiudicati e pregiudicati, immersi nel qui e ora che ci compete, che possiamo/dobbiamo liberarci dall'accusa e dall'accusatore?

ora mi zittisco, cioe` torno a lavorare per la vile pagnotta

Riflettevo sulla coscienza dell'uomo: non sarà forse questa l'implacabile giudice della nostra esistenza? Cos'è il giudizio? E come si potrebbe arrivare a quella "epoché", o sospensione del giudizio stesso di cui tanto Husserl parlava nei suoi trattati fenomenologici? Come si può arrivare al cuore delle persone, delle cose, dei fatti, dei fenomeni senza il giudizio inteso come "grande accusatore"?
La filosofia è la mia grande passione..spero di poterla condividere con voi nella maniera più semplice perché diventi "terreno aperto" alla riflessione..
tonia