Cronache da Bologna
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vera
Rosa Elena
6 partecipanti
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Re: Cronache da Bologna
..Vera e Elena, siete GRANDI..
La preghiera è energia, e quando si è in tante questa energia si moltiplica.
Un abbraccio sincero
Anna
La preghiera è energia, e quando si è in tante questa energia si moltiplica.
Un abbraccio sincero
Anna
annamaria- Messaggi : 210
Data d'iscrizione : 12.11.10
Età : 62
Località : torino
Re: Cronache da Bologna
anita ha scritto:Grande Elena! E grande Vera!
porto i vostri progetti nella preghiera e come hope mi sento un po' emozionata anch'io
Quoto quoto e quoto
GRAZIE
WhiteShadow- Messaggi : 282
Data d'iscrizione : 15.01.10
Località : Firenze
Re: Cronache da Bologna
Grande Elena! E grande Vera!
porto i vostri progetti nella preghiera e come hope mi sento un po' emozionata anch'io
porto i vostri progetti nella preghiera e come hope mi sento un po' emozionata anch'io
anita- Messaggi : 834
Data d'iscrizione : 20.01.10
Età : 52
Località : bergamo
Re: Cronache da Bologna
MI sento emozionata, commossa; felice di avervi incontrato. Vi sono semplicemente vicina.
hope- Messaggi : 123
Data d'iscrizione : 20.02.11
Località : lombardia
Re: Cronache da Bologna
Vera,
pregherò per te intensamente perchè, come dici tu "è arrivato il mio tempo, il tempo della consegna...lo trovo dolce e allo stesso tempo terribile, perchè sa contemporaneamente di morte e di vita, di lacrime e sorriso, di agitazione e pace...si pace, farò pace con me, con Dio, con gli altri, con la creazione intera, me ne sentirò parte".
Non credo ci sia un significato migliore della Pasqua e della Resurrezione a cui Gesù ci chiama di continuo. Penso che il coming out sia davvero, secondo le belle parole che esprimi, un sentimento della Riconciliazione. Con noi stesse, con Dio, con gli altri e con la creazione.
Che il Signore della speranza mandi pioggia alle tue radici
pregherò per te intensamente perchè, come dici tu "è arrivato il mio tempo, il tempo della consegna...lo trovo dolce e allo stesso tempo terribile, perchè sa contemporaneamente di morte e di vita, di lacrime e sorriso, di agitazione e pace...si pace, farò pace con me, con Dio, con gli altri, con la creazione intera, me ne sentirò parte".
Non credo ci sia un significato migliore della Pasqua e della Resurrezione a cui Gesù ci chiama di continuo. Penso che il coming out sia davvero, secondo le belle parole che esprimi, un sentimento della Riconciliazione. Con noi stesse, con Dio, con gli altri e con la creazione.
Che il Signore della speranza mandi pioggia alle tue radici
Rosa Elena- Messaggi : 149
Data d'iscrizione : 04.01.10
Re: Cronache da Bologna
...sei grande rosaelena...
raccolgo l'invito che hai lanciato.."siamo noi, lesbiche e gay, che dobbiamo fare il primo passo. Non importa se lo facciamo con una sola persona o con cento. Non importa se lo facciamo a 15 o a 80 anni. Bisogna farlo".
Da un pò dico alla mia psicologa che ho in mente di fare questo passo e, in effetti, e da un pò che ci rifletto e penso...vorrei aggiungere che il sostegno esterno è importante, ma non quanto quello che viene dal sapermi nelle braccia di Dio.
Ho iniziato il mio percorso con la psicoterapeuta circa un anno fa sottolineando la sete di autenticità in primis con me stessa. Avvertivo e avverto ancora il bisogno di conoscere la dimensione antropologica dell'omosessualità, di conoscerne la dimensione etica, religiosa-spirituale...senza impallarmi nei comuni modi di pensare, che trovo steili e fini a se stessi.
Mi ha aiutato molto la riflessione di un teologo italiano, Giannino Piana, che scardina il pensiero e il magistero della chiesa...con semplicità lui, come tanti altri, propone di abbandonare le teorie "naturalistiche" per approdare alla dimensione "relazionale" nella valutazione della omosessualità.
Propone il recupero della dimensione relazionale come dimensione costitutiva dell'umano...sempre ed in ogni caso, perchè la persona trova il suo significato ontologico nella relazione. La "relazione" precede le modalità nelle quali s'incarna, la precede non solo in senso cronologico ma anche per valore. E' la relazione ad essere, di per se, icona trinitaria, che presenta Dio come colui che vive in comunione di persona, le quali sussistono poichè reciprocamente si donano.
Adesso son io a chiedervi un sostegno con la vostra preghiera perchè è arrivato il mio tempo, il tempo della consegna...lo trovo dolce e allo stesso tempo terribile, perchè sa contemporaneamente di morte e di vita, di lacrime e sorriso, di agitazione e pace...si pace, farò pace con me, con Dio, con gli altri, con la creazione intera, me ne sentirò parte. Un abbraccio sincero.
raccolgo l'invito che hai lanciato.."siamo noi, lesbiche e gay, che dobbiamo fare il primo passo. Non importa se lo facciamo con una sola persona o con cento. Non importa se lo facciamo a 15 o a 80 anni. Bisogna farlo".
Da un pò dico alla mia psicologa che ho in mente di fare questo passo e, in effetti, e da un pò che ci rifletto e penso...vorrei aggiungere che il sostegno esterno è importante, ma non quanto quello che viene dal sapermi nelle braccia di Dio.
Ho iniziato il mio percorso con la psicoterapeuta circa un anno fa sottolineando la sete di autenticità in primis con me stessa. Avvertivo e avverto ancora il bisogno di conoscere la dimensione antropologica dell'omosessualità, di conoscerne la dimensione etica, religiosa-spirituale...senza impallarmi nei comuni modi di pensare, che trovo steili e fini a se stessi.
Mi ha aiutato molto la riflessione di un teologo italiano, Giannino Piana, che scardina il pensiero e il magistero della chiesa...con semplicità lui, come tanti altri, propone di abbandonare le teorie "naturalistiche" per approdare alla dimensione "relazionale" nella valutazione della omosessualità.
Propone il recupero della dimensione relazionale come dimensione costitutiva dell'umano...sempre ed in ogni caso, perchè la persona trova il suo significato ontologico nella relazione. La "relazione" precede le modalità nelle quali s'incarna, la precede non solo in senso cronologico ma anche per valore. E' la relazione ad essere, di per se, icona trinitaria, che presenta Dio come colui che vive in comunione di persona, le quali sussistono poichè reciprocamente si donano.
Adesso son io a chiedervi un sostegno con la vostra preghiera perchè è arrivato il mio tempo, il tempo della consegna...lo trovo dolce e allo stesso tempo terribile, perchè sa contemporaneamente di morte e di vita, di lacrime e sorriso, di agitazione e pace...si pace, farò pace con me, con Dio, con gli altri, con la creazione intera, me ne sentirò parte. Un abbraccio sincero.
vera- Messaggi : 63
Data d'iscrizione : 02.01.11
Età : 53
Località : sicula
Cronache da Bologna
Ciao ragazze,
che dirvi? Sapevo che ieri sarebbe stata una giornata difficile. In ordine mi sono sentita dare della malata, della pervertita, dell'abominio, dell'irresponsabile che rifugge dalla maternità. Che devo farmi curare, che devo andare dallo psichiatra, che non posso fare né la pastora nè la ministra. La cosa divertente è che quando i pastori scattavano su, pieni di indignazione, dicendo che le persone che parlavano così mi offendevano e avrebbero dovuto chiedermi scusa, riflettendo seriamente sul loro dirsi cristiani, queste persone, in larga maggioranza stranieri dell'est o africani, ripetevano che non mi stavano offendendo affatto (nel peggiore dei casi), o chiedevano scusa al pastore e non a me (nel migliore dei casi). Tuttavia, devono essere state le vostre preghiere: mai sono riuscita a parlare con tono così calmo e mai sono riuscita a rimanere così serena davanti le persone che m'insultavano. E questo ha colpito molto.
Devo aggiungere che non ce l'ho con i miei fratelli e sorelle straniere. Penso che non abbiano gli strumenti più adatti per giudicare un fenomeno, come quello dell'omosessualità, così estraneo al loro modo di viversi. Se qualcuno mi fa indignare, questi sono gli ipocriti: che sanno di mentire e raccolgono voti sulla mia pelle e sui miei diritti. Con gli altri c'è da fare un intenso lavoro, cominciando con il chiarire che l'omosessualità non è più considerata una malattia dai lontani anni settanta.
Alla fine del dibattito si è avvicinato un fratello, chiaramente " della famiglia", come si dice in gergo. Molto carino e molto gentile. Aveva gli occhi pieni di luce.
Ho ribadito, con tutta la dolcezza di cui sono capace, che se non ci riveliamo noi, in prima persona, le cose non cambieranno mai. Mai, mai e poi mai. Siamo noi, lesbiche e gay, che dobbiamo fare il primo passo. Non importa se lo facciamo con una sola persona o con cento. Non importa se lo facciamo a 15 anni o a 80. Bisogna farlo. Perché solo così la gente cambia e capisce che non siamo dei mostri.
La prova? L'unico fratello di colore che ha parlato in favore dell'omosessualità, ha avuto una storia particolare di cui sono venuta a conoscenza alla fine del dibattito. Appena arrivato in Italia, non riusciva a legare con nessuno. Tutti lo discriminavano e lo trattavano come un pezzente. L'unica persona che lo ha accolto come un fratello, trattandolo con dignità e amore, è stato un collega italiano. Dopo alcuni anni l'amico italiano gli ha rivelato di essere omosessuale. Piccolo cataclisma per lui, ma dopo il piccolo cataclisma tanti ricordi, il primo dei tanti quello di un omosessuale che fu cacciato a colpi di pietra dalla chiesa che frequentava in Africa. E un immenso, terribile pianto da parte sua che solo dopo capiva cosa avevano fatto.
Un bacio ancora a voi tutte, e siccome l'esperimento è riuscito in pieno, vi chiederò ancora di pregare per me, già dalla prossima riunione che mi tocca. Ciao ragazze,
che dirvi? Sapevo che ieri sarebbe stata una giornata difficile. In ordine mi sono sentita dare della malata, della pervertita, dell'abominio, dell'irresponsabile che rifugge dalla maternità. Che devo farmi curare, che devo andare dallo psichiatra, che non posso fare né la pastora nè la ministra. La cosa divertente è che quando i pastori scattavano su, pieni di indignazione, dicendo che le persone che parlavano così mi offendevano e avrebbero dovuto chiedermi scusa, riflettendo seriamente sul loro dirsi cristiani, queste persone, in larga maggioranza stranieri dell'est o africani, ripetevano che non mi stavano offendendo affatto (nel peggiore dei casi), o chiedevano scusa al pastore e non a me (nel migliore dei casi). Tuttavia, devono essere state le vostre preghiere: mai sono riuscita a parlare con tono così calmo e mai sono riuscita a rimanere così serena davanti le persone che m'insultavano. E questo ha colpito molto.
Devo aggiungere che non ce l'ho con i miei fratelli e sorelle straniere. Penso che non abbiano gli strumenti più adatti per giudicare un fenomeno, come quello dell'omosessualità, così estraneo al loro modo di viversi. Se qualcuno mi fa indignare, questi sono gli ipocriti: che sanno di mentire e raccolgono voti sulla mia pelle e sui miei diritti. Con gli altri c'è da fare un intenso lavoro, cominciando con il chiarire che l'omosessualità non è più considerata una malattia dai lontani anni settanta.
Alla fine del dibattito si è avvicinato un fratello, chiaramente " della famiglia", come si dice in gergo. Molto carino e molto gentile. Aveva gli occhi pieni di luce.
Ho ribadito, con tutta la dolcezza di cui sono capace, che se non ci riveliamo noi, in prima persona, le cose non cambieranno mai. Mai, mai e poi mai. Siamo noi, lesbiche e gay, che dobbiamo fare il primo passo. Non importa se lo facciamo con una sola persona o con cento. Non importa se lo facciamo a 15 anni o a 80. Bisogna farlo. Perché solo così la gente cambia e capisce che non siamo dei mostri.
La prova? L'unico fratello di colore che ha parlato in favore dell'omosessualità, ha avuto una storia particolare di cui sono venuta a conoscenza alla fine del dibattito. Appena arrivato in Italia, non riusciva a legare con nessuno. Tutti lo discriminavano e lo trattavano come un pezzente. L'unica persona che lo ha accolto come un fratello, trattandolo con dignità e amore, è stato un collega italiano. Dopo alcuni anni l'amico italiano gli ha rivelato di essere omosessuale. Piccolo cataclisma per lui, ma dopo il piccolo cataclisma tanti ricordi, il primo dei tanti quello di un omosessuale che fu cacciato a colpi di pietra dalla chiesa che frequentava in Africa. E un immenso, terribile pianto da parte sua che solo dopo capiva cosa avevano fatto.
Un bacio ancora a voi tutte, e siccome l'esperimento è riuscito in pieno, vi chiederò ancora di pregare per me, già dalla prossima riunione che mi tocca. Ciao ragazze,
Rosa Elena- Messaggi : 149
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