Oggi mi sento così
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Betty
SHANTI
Silvietta
aria
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aria- Messaggi : 496
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re
Molto bello questo pensiero sul perdono, ma......
Per perdonare bisogna prima aver riempito il proprio cuore d'Amore, sentire la Gioia della propria Anima che ci pervade in tutto il nostro Essere, risplendere di Luce Divina, accettare i doni della Vita (non sempre li vediamo ), equilibrare le nostre rabbie, le nostre invidie e potrei continuare ancora ma mi fermo qui.
Nel caso contrario la cosa mi sembra più che altro una pura esaltazione della sofferenza, della croce e del sacrificio.
Spesso nelle religioni il sacrificio di se stessi per qualcun altro è visto come un atto sublime.... Non condivido!
Come possiamo per-donare agli altri se prima non per-doniamo noi stessi?
Come possiamo sacrificarci per qualcun'altro se prima non amiamo noi stessi?
Come possiamo rinunciare a noi stessi se nemmeno ci conosciamo?
Come possiamo convertirci se per primi non vediamo la bellezza, l'Amore, la Gioia e reprimiamo tutto questo perchè non siamo abituati
a vedere Dio come infinito Splendore ma soprattutto non siamo abituati a godere di questo Splendore?
Non ci fate caso ragazze ho il raffreddore (anche se dico cimurro ) ma volevo condividere con voi questo mio pensiero.
Per perdonare bisogna prima aver riempito il proprio cuore d'Amore, sentire la Gioia della propria Anima che ci pervade in tutto il nostro Essere, risplendere di Luce Divina, accettare i doni della Vita (non sempre li vediamo ), equilibrare le nostre rabbie, le nostre invidie e potrei continuare ancora ma mi fermo qui.
Nel caso contrario la cosa mi sembra più che altro una pura esaltazione della sofferenza, della croce e del sacrificio.
Spesso nelle religioni il sacrificio di se stessi per qualcun altro è visto come un atto sublime.... Non condivido!
Come possiamo per-donare agli altri se prima non per-doniamo noi stessi?
Come possiamo sacrificarci per qualcun'altro se prima non amiamo noi stessi?
Come possiamo rinunciare a noi stessi se nemmeno ci conosciamo?
Come possiamo convertirci se per primi non vediamo la bellezza, l'Amore, la Gioia e reprimiamo tutto questo perchè non siamo abituati
a vedere Dio come infinito Splendore ma soprattutto non siamo abituati a godere di questo Splendore?
Non ci fate caso ragazze ho il raffreddore (anche se dico cimurro ) ma volevo condividere con voi questo mio pensiero.
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: Oggi mi sento così
Avvenire, 16 settembre 2012
di ENZO BIANCHI
La gratuità cristiana conosce la migliore narrazione nel dono per eccellenza, il dono tra i doni, il per-dono, appunto. Scrive Attali: «Perdono è nome di Dio, perché nella misura in cui Dio è amore, è tale fino al perdono». Ma l’uomo, essendo a immagine di Dio, è capace di perdono, cioè di fare il dono più grande: perdonare chi gli ha fatto del male, perdonare il nemico, perdonare il persecutore, perdonare sempre e comunque! Il perdono è un dono totale, è dono fino all’estremo che richiede un sacrificio di se stessi in rapporto all’altro. Si perdona perché l’altro esista, si accetta di essere stati vittima senza per questo esercitare la vendetta che rende l’altro vittima a sua volta. Sul perdono, le parole di Gesù sono inequivocabili: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono...», senza se e senza ma!
Il perdono è dunque senza limiti, ed è un vero atto sacrificale perché si rinuncia a se stessi, perché il perdono costa, è a caro prezzo, è una forma di rinuncia a se stessi, di morte a se stessi. Dare il perdono, domandare il perdono, ricevere il perdono è veramente un’operazione difficile, faticosa, sempre incandescente per chi vi è coinvolto!
Dobbiamo allora porci la domanda con serietà: è possibile il perdono a noi uomini? Se il perdono significa non un’affermazione verbale, non un atto esteriore e pubblico ma un vero e proprio atteggiamento del cuore che vuole il bene di colui dal quale si è ricevuto del male, se vuole il bene e lo compie fino a dare all’altro tutte le possibilità di vita e di felicità che l’essere umano desidera, è possibile? È mai realizzabile questo perdono, questa rinuncia al debito dell’altro, questo condonare il debito fino al dono in profondità, fino al per-dono? È possibile la dimensione incondizionata e asimmetrica del perdonare «non sette volte, ma settanta volte sette» (cfr. Mt 18,21-22)?
Per-donare è una vera conversione da attuarsi in se stessi. E va detto con chiarezza: il perdono non nasce dalla conversione di colui che ha offeso, ma nasce dalla conversione di chi ha ricevuto l’offesa. È la vittima che deve convertirsi: questa la portata scandalosa del perdono! Si tratta di rinunciare a vendicarsi, di rinunciare a rivalersi contro chi ha commesso il male; si tratta di non stare lontano dalla persona che ha compiuto il male, di non escluderla dalla propria presenza; si tratta di intraprendere un cammino di prossimità, fino a fare il dono della propria presenza benevola e conciliante a chi ha operato il male. Occorre tempo e fatica per il dono del perdono! Certo, questo non significa dimenticare, anzi: più si perdona e più si ricorda, ma in un’operazione di memoria che non è mortifera né per chi ricorda né per chi è ricordato come malfattore. Perdonando, si guardano le ferite, le stigmate sofferte che restano incancellabili, ma le si considera cariche di senso, capace di esercitare all’amore. E il perdono dato è il sigillo di questa dinamica. Così l’altro torna nel nostro orizzonte, non è negato bensì affermato come vivente verso il quale c’è la responsabilità di una fraternità rinnovata. Solo così il perdono è responsabile e può generare gioia... Sì, c’è più gioia nel perdonare che nel vendicarsi, c’è più giustizia nel perdono che nell’esecuzione di una legge punitiva!
ENZO BIANCHI
di ENZO BIANCHI
La gratuità cristiana conosce la migliore narrazione nel dono per eccellenza, il dono tra i doni, il per-dono, appunto. Scrive Attali: «Perdono è nome di Dio, perché nella misura in cui Dio è amore, è tale fino al perdono». Ma l’uomo, essendo a immagine di Dio, è capace di perdono, cioè di fare il dono più grande: perdonare chi gli ha fatto del male, perdonare il nemico, perdonare il persecutore, perdonare sempre e comunque! Il perdono è un dono totale, è dono fino all’estremo che richiede un sacrificio di se stessi in rapporto all’altro. Si perdona perché l’altro esista, si accetta di essere stati vittima senza per questo esercitare la vendetta che rende l’altro vittima a sua volta. Sul perdono, le parole di Gesù sono inequivocabili: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite quelli che vi maledicono...», senza se e senza ma!
Il perdono è dunque senza limiti, ed è un vero atto sacrificale perché si rinuncia a se stessi, perché il perdono costa, è a caro prezzo, è una forma di rinuncia a se stessi, di morte a se stessi. Dare il perdono, domandare il perdono, ricevere il perdono è veramente un’operazione difficile, faticosa, sempre incandescente per chi vi è coinvolto!
Dobbiamo allora porci la domanda con serietà: è possibile il perdono a noi uomini? Se il perdono significa non un’affermazione verbale, non un atto esteriore e pubblico ma un vero e proprio atteggiamento del cuore che vuole il bene di colui dal quale si è ricevuto del male, se vuole il bene e lo compie fino a dare all’altro tutte le possibilità di vita e di felicità che l’essere umano desidera, è possibile? È mai realizzabile questo perdono, questa rinuncia al debito dell’altro, questo condonare il debito fino al dono in profondità, fino al per-dono? È possibile la dimensione incondizionata e asimmetrica del perdonare «non sette volte, ma settanta volte sette» (cfr. Mt 18,21-22)?
Per-donare è una vera conversione da attuarsi in se stessi. E va detto con chiarezza: il perdono non nasce dalla conversione di colui che ha offeso, ma nasce dalla conversione di chi ha ricevuto l’offesa. È la vittima che deve convertirsi: questa la portata scandalosa del perdono! Si tratta di rinunciare a vendicarsi, di rinunciare a rivalersi contro chi ha commesso il male; si tratta di non stare lontano dalla persona che ha compiuto il male, di non escluderla dalla propria presenza; si tratta di intraprendere un cammino di prossimità, fino a fare il dono della propria presenza benevola e conciliante a chi ha operato il male. Occorre tempo e fatica per il dono del perdono! Certo, questo non significa dimenticare, anzi: più si perdona e più si ricorda, ma in un’operazione di memoria che non è mortifera né per chi ricorda né per chi è ricordato come malfattore. Perdonando, si guardano le ferite, le stigmate sofferte che restano incancellabili, ma le si considera cariche di senso, capace di esercitare all’amore. E il perdono dato è il sigillo di questa dinamica. Così l’altro torna nel nostro orizzonte, non è negato bensì affermato come vivente verso il quale c’è la responsabilità di una fraternità rinnovata. Solo così il perdono è responsabile e può generare gioia... Sì, c’è più gioia nel perdonare che nel vendicarsi, c’è più giustizia nel perdono che nell’esecuzione di una legge punitiva!
ENZO BIANCHI
Gloriosa Fenice- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 01.06.12
Re: Oggi mi sento così
Spero che oggi vada un po' meglio
anita- Messaggi : 834
Data d'iscrizione : 20.01.10
Età : 52
Località : bergamo
Re: Oggi mi sento così
Aria!!! cambiare 'aria' no???
sai cosa intendo vero? non e` una fuga o una sconfitta!! e` una scelta ragionevole!!!!
non puoi arrivare ad esaurirti per tre facce da scema che non meritano neppure il tuo saluto
sai cosa intendo vero? non e` una fuga o una sconfitta!! e` una scelta ragionevole!!!!
non puoi arrivare ad esaurirti per tre facce da scema che non meritano neppure il tuo saluto
cinzia- Messaggi : 1255
Data d'iscrizione : 10.01.10
Età : 54
Località : milano
Re: Oggi mi sento così
Aria la distanza nn aiuta,
fossi più vicina ti porteri a prendere una tisana e fare due chiacchere o se preferisci una bella sbronza (ma quella aiuta al momento e poi resta il casino con l'aggiunta del mal di testa).
Ma cogli l'invito della chat
intanto un abbraccio rasserenante
fossi più vicina ti porteri a prendere una tisana e fare due chiacchere o se preferisci una bella sbronza (ma quella aiuta al momento e poi resta il casino con l'aggiunta del mal di testa).
Ma cogli l'invito della chat
intanto un abbraccio rasserenante
peanut- Messaggi : 474
Data d'iscrizione : 06.08.11
Età : 54
Località : veneto
Re: Oggi mi sento così
...ilarietta va tutto bene?.. .. ..in questi casi la chat è un buon rimedio....ti aspetto ciao....
Betty- Messaggi : 446
Data d'iscrizione : 23.01.10
Re: Oggi mi sento così
aria ha scritto:
Shanti una volta ha scritto questo...
Io lo sto rileggendo, rileggendo, rileggendo... ma oggi proprio non riesco a gestire la mia rabbia e la mia agitazione. Mi viene da piangere dal nervoso..
Lasciatemi sfogare un po'.. Il-[i]Aria
Ok! Aria, prova a prendere un cuscino e..... piglialo a pugni, ma fallo sinchè non ti sentirai stanca morta, dopo starai molto meglio.
E magari associa ai tuoi pugni chi ti ha fatto in........re.
Buona si, ma fessa no
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: Oggi mi sento così
Cara Aria,
ci sta non riuscire a gestire rabbia e frustrazione. In fondo nessuno di noi è la quintessenza della buddità , però Shanti ha ragione. Prima di perdonare gli altri bisogna perdonare se stessi. Piangi, sfogati, ma non ti avvoltolare su te stessa! Il fatto che tu abbia condiviso questo tuo sentimento con noi sul forum è una cosa moooooooooooolto buona.
A presto,
Silvia
ci sta non riuscire a gestire rabbia e frustrazione. In fondo nessuno di noi è la quintessenza della buddità , però Shanti ha ragione. Prima di perdonare gli altri bisogna perdonare se stessi. Piangi, sfogati, ma non ti avvoltolare su te stessa! Il fatto che tu abbia condiviso questo tuo sentimento con noi sul forum è una cosa moooooooooooolto buona.
A presto,
Silvia
Silvietta- Messaggi : 26
Data d'iscrizione : 08.09.12
Età : 50
Località : Crema
Oggi mi sento così
"Per me perdonare significa prima di tutto perdonare me stessa. Credo che il peggior giudice delle nostre azioni siamo proprio noi stessi. E spesso siamo anche piu' severi di Dio...
Perdonare è come terminare o comunque decidere di non far iniziare il sentimento di rabbia. Perdonare coincide col rifiuto di trattenere una vibrazione negativa.
Perdonare è lasciar andare il negativo per essere aperti all’Amore. Il perdono è caratterizzato dalla consapevolezza di meritare “il meglio”. La vibrazione negativa è dissipata, non mi concentro più sulla mancanza/rancore/senso di colpa, ma sulla prospettiva più positiva per me e per tutti.
Perdonare sé stessi è come perdonare un’altra persona. "
Shanti una volta ha scritto questo...
Io lo sto rileggendo, rileggendo, rileggendo... ma oggi proprio non riesco a gestire la mia rabbia e la mia agitazione. Mi viene da piangere dal nervoso..
Lasciatemi sfogare un po'.. Il-Aria
Perdonare è come terminare o comunque decidere di non far iniziare il sentimento di rabbia. Perdonare coincide col rifiuto di trattenere una vibrazione negativa.
Perdonare è lasciar andare il negativo per essere aperti all’Amore. Il perdono è caratterizzato dalla consapevolezza di meritare “il meglio”. La vibrazione negativa è dissipata, non mi concentro più sulla mancanza/rancore/senso di colpa, ma sulla prospettiva più positiva per me e per tutti.
Perdonare sé stessi è come perdonare un’altra persona. "
Shanti una volta ha scritto questo...
Io lo sto rileggendo, rileggendo, rileggendo... ma oggi proprio non riesco a gestire la mia rabbia e la mia agitazione. Mi viene da piangere dal nervoso..
Lasciatemi sfogare un po'.. Il-Aria
aria- Messaggi : 496
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