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Omofobia diritti umani e la posizione della Chiesa Cattolica

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Messaggio  Rosa Elena Dom Apr 03, 2011 11:48 am

Ognuno ha il punto di equilibrio più congeniale.

A me personalmente, piace vivere in ambienti salutari. Dove non devo saltare dalla sedia perchè, una domenica, qualcuno gli gira e insulta l'omosessuale di turno. Inoltre, adoro andare in giro e conoscere persone, comunità, pastori senza restrizioni. Mi aspetto che le mie comunità mi accolgano ovunque. So che oggi non è al cento per cento così nelle comunità valdesi, ma nell'ottanta per cento sì. Il mio cuore non è sottoposto a patatus continui che aumenterebbero il mio colesterolo. Quando sento i miei pastori pronunciare pubblicamente parole di solidarietà e reale accoglienza nei confronti degli LGBTQ, non mi sento soltanto orgogliosa. Mi sento fisicamente bene. La mia salute la curo così e ci tengo in modo particolare a non rovinarla con lo stress. Alla fine, è solo una questione di proteine e vitamine al posto giusto.
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Messaggio  WhiteShadow Ven Apr 01, 2011 12:54 am

Rosa Elena ha scritto:
O fate coming out, comunque, (siete delle eroine a proposito, superwoman, la donna bionica, il tenente Ripley di Alien?)...

Ripley di Alieen? Surprised
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No non sono la Helen Ripley, anche se mi piacerebbe avere un fisichino come il suo. Wink

Per il resto, quoto quello che hanno detto cinzia e sky&sun: se nella Chiesa Cattolica hai fatto esperienze significative, la tua cattolicità diventa parte di te del tuo background culturale e non è facile sbarazzarsene anche se a volte può venire la tentazione di andarsene.
Personalmente adesso non abbandonerei la mia Chiesa per andarmene in un altra. In questo momento dentro di me sento piuttosto un certo senso di indifferenza nei confronti della fede.
Non lo so è un momento così, diciamo di crisi, ma senza drammi, al termine del quale chissà?
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Messaggio  cinzia Gio Mar 31, 2011 3:21 pm

anche io, Rosa, sono sulla linea di Sky&Sun.
anche se negli ultimi anni il discorso ecumenico mi ha aperto davvero nuovi orizzonti del sentirsi ed essere comunita` cristiana. E pensare che i primi passi di questa apertura li ho fatti grazie alla formazione ricevuta dall'Opus Dei...lo Spirito santo davvero soffia dove vuole.

Pero`sono cattolica e restero` tale. la mia testimonianza e` a casa: c'e` chi viene chiamato alla missione verso terre lontane e chi invece diventa missionario nella sua terra.

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Messaggio  sky&sun Mer Mar 30, 2011 2:13 pm

Rosa Elena, ti ringrazio per la riflessione, ma a livello personale non posso essere d'accordo.
Certo, ci sono varie chiese e non solo una. Ma solo quella cattolica la sento davvero mia.
Ho vissuto un'appartenenza forte alla parrocchia e ad un'associazione, ci sono cresciuta dentro e a livello filiale continuo a sentirmici parte. E' proprio come una famiglia, secondo me: non si sceglie ma ne saremo sempre parte.

E per questo motivo desidero continuare a stare dentro la mia chiesa, così come sono.
Prendendo anche delle porte in faccia magari, ma cercando dal di dentro di trasformare qualche cuore che non sa la sofferenza che c'è nell'essere omosessuali cattolici.
Non voglio fare l'eroina, ma voglio essere me stessa.
E solo come omosessuale e come cattolica so di poterlo essere veramente.

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Messaggio  Rosa Elena Mer Mar 30, 2011 7:30 am

Quando leggo queste riflessioni, mi sorprende sempre il fatto che si parli di una sola Chiesa, scritta di più con la "M" maiuscola. Quella cattolica. Certo, è perchè la maggior parte delle persone è cattolico. Ma già da qui, s'inizia con lo sbaglio. Dovremmo smetterla di assolutizzare questa chiesa nella nostra mente come se fosse l'unica esistente. Già da lì, inizia la liberazione nostra e di chi ci sta intorno. Perché ridimensioniamo quelli che sono " campanelle di pecore ma si credono campane di chiesa". Come si dice, in Sicilia, dalle mie parti.

Quanto, ma quanto tempo sprecato nel tentativo di cambiare una chiesa (la cattolica) che non ne vuole sapere di cambiare! Ma se potessi tornare indietro! Chi perderebbe più tanto tempo, gioventù, salute corporale e spirituale, umiliazioni per rimanere in una chiesa che di me non ne vuole sapere! Quanto, ma quanto tempo sprecato senza capire che ero " IO" che dovevo cambiare!

Io ve lo voglio dire, se noi non ci sveliamo per quello che siamo, serene e dignitose, la gente intorno a noi non cambierà mai. Ed è inutile dire non vivo nella famiglia più adatta per farlo. Persino una famiglia da colesterolo va messa in condizione di capire e di non farvi del male. Inutile dire, non è la chiesa più adatta per farlo. O fate coming out, comunque, (siete delle eroine a proposito, superwoman, la donna bionica, il tenente Ripley di Alien?), cercandovi un bel gruppo che vi appoggi (a proposito, è un gruppo catacombale, che non va ai gaypride, che non appare in dibattiti pubblici, che non va alle veglie per l'omofobia?) oppure ANDATEVENE. SCAPPATEEEEEEEEEE. Trovate un'altra chiesa, un gruppo, un'associazione, un partito. La spiritualità si esplica in molti modi.

Noi abbiamo il diritto di essere felici, QUI ED ORA. Non domani o dopodomani l'altro. E gli anni nostri sono preziosi.

cheers cheers
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Messaggio  sky&sun Mar Mar 29, 2011 8:17 pm

Hai ragione Cinzia...
ma nonostante tutti i discorsi beh... nella realtà rimane tremendamente difficile mettersi in gioco... perchè anche se siamo tante ciascuna ha la sua realtà specifica da affrontare... e spesso in quella realtà si è fin troppo sole...
Comunque non voglio essere pessimista, anzi.

Goccia dopo goccia.

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Messaggio  cinzia Mar Mar 29, 2011 7:33 pm

una cosa emerge da tutti i nostri interventi, ed e` che le donne lesbiche credenti si stanno svegliando.
quante volte andando a messa nella mia parrocchia di san giuseppe lavoratore o frequentando gli incontri di preghiera di sant'eustorgio, mi sono fermata ad osservare alcune abituali animatrici delle varie attivita`, il cui aspetto, modo di porsi, assenza totale di uomini intorno, mi ha fatto presupporre o mi hanno dato la certezza di omosessualita` piu` o meno latente. soffocata, disgregata o come mi e` stato suggerito piu` volte, sublimata, cosi` come chi fa voto di castita` sublima la propria sessualita.
la differenza e` che queste donne - cioe` NOI - stanno evolvendo finalmente verso un modo piu` consapevole, coraggioso, limpido di vivere la nostra vita e la nostra fede.
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Messaggio  sky&sun Mar Mar 29, 2011 6:04 pm

Nell'ambiente cattolico in cui sono cresciuta l'omosessualità non esiste.
Lo dico provocatoriamente è ovvio... ma è un tabù talmente forte che il problema non sussiste, è talmente reciso alla radice che nessuno neppure si pone la questione.
Non esistono i comunicati dei Vescovi, non esistono i documenti, non esiste la presa di posizione della Chiesa, non esiste ciò che si legge spesso sui giornali a proposito di gay e lesbiche.... niente di niente. Di omosessualità, in qualsiasi forma, ma non si parla.
E infatti io ci ho messo tutto questo tempo.... e il doppio e il triplo della fatica per accettarmi ed intraprendere un cammino di presa di coscienza di me e della mia affettività.

Esiste tutto un mondo di parrocchie e di associazioni in cui la questione non è neppure aperta. Non si tratta di ragionare sui comportamenti più o meno leciti degli omosessuali... si tratta proprio di iniziare ad accorgersi che gli omosessuali esistono, ci sono e vivono con normalità la propria vita, e magari anche il loro essere cristiani.

Dall'altra parte esiste anche, nei confronti degli omosessuali, la "caccia alle streghe" delle alte gerarchie che non perdono occasione di scagliare parole di condanna e di ignoranza sugli omosessuali.

E infine, ringraziando Dio, esiste tutto un movimento di gruppi, di persone che si incontrano, di sacerdoti e religiosi aperti all'argomento che portano avanti con pazienza e tantatanta fede una vita cristiana improntata sull'amore, sul rispetto e sulla realizzazione di ogni singola persona.

La questione sta secondo me nell'intersecare questi gruppi con gli ambienti chiusi come il mio.
Perchè fin'ora sono paralleli e non si incontrano, non c'è verso. Quasi (odio questo termine!) "due chiese diverse"...
E questo è, secondo la mia esperienza, un cammino lungo e anche coraggioso, fatto di confronto, belle sorprese ma anche porte in faccia. Ma è l'unico praticabile per trasformare un domani il pensiero conservatore delle gerarchie vaticane.
Finchè esisteranno due pensieri così diversi, bisognerà sempre decidere da che parte stare.
L'obiettivo è secondo me lavorare con le persone, testimoniare goccia dopo goccia per allargare il consenso di base dei cristiani, delle parrocchie, delle associazioni.
Così che perfino Monsignor Tomasi dovrà tenere la bocca chiusa perchè nessuno approverà le sue parole senza senso!!!

Ecco, spero di essere stata chiara, direi che questo all'incirca è il mio pensiero!
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Messaggio  WhiteShadow Mar Mar 29, 2011 1:41 pm

@aria:
Tranquilla non ho preso il tuo intervento come una critica. Come spesso succede diciamo solo le stesse cose con parole diverse Razz .
La mia posizione è: prendiamo atto che c'è da lavorare, la situazione è sconfortante ma non facciamoci schiacciare e cerchiamo di essere, appunto propositivi, senza fare polemiche sterili contro le chiesa che non verrebbero capite.

@cinzia
Si, in effetti l'articolo di gionata casca proprio a fagiolo su questa discussione Wink. quoto in pieno! Smile
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Messaggio  cinzia Mar Mar 29, 2011 12:04 pm

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questo articolo su Gionata mi sembra una bell'intervento da segnalare in questo post:

Come dice William L. Countryman in “Donato dalla diversità: gay e lesbiche cristiane nella chiesa”, “non sprecheremo tempo giustificando la nostra presenza nella chiesa.
Come cristiani battezzati, noi stessi siamo la chiesa e siamo, ovviamente, qui come sempre lo siamo stati, fine del discorso".
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Messaggio  aria Mar Mar 29, 2011 1:13 am

Hei White,
ma la mia non era mica una critica!! Smile

Anzi, trovo positivo che siamo qui a parlarne, a interrogarci e a rifletterne, e anche a condividere le nostre esperienze diverse, il modo con cui ciascuno di noi è stato accolto o non-accolto dalla Chiesa e dalle persone che ha incontrato lungo la via...

Il tuo sconforto io lo condivido, pienamente (se vuoi entro nei dettagli: io non posso più frequentare la mia parrocchia di origine, sono banditaaaa! ).
Ma ho voluto esprimere il mio sforzo di essere positiva e propositiva....ci provo, tutti i giorni.. perchè mi serve per andare avanti...

Ti abbraccio, tu e tutte !

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Messaggio  WhiteShadow Lun Mar 28, 2011 9:04 pm

Condivido quello che avete detto. Non mi faccio schiacciare da quello che dice la gerarchia, almeno non più. Anche io ho trovato un equilibrio e sono serena con me stessa.
Il punto è un altro: credo sia giusto essere consapevoli di quale sia la situazione. E' vero esiste la chiesa del dialogo e dell'accoglienza. Probabilmente i preti e le religiose sono più disponibili ad accogliere più di quanto non si creda. C'è solo un problema: spesso non sono preparati e siccome seguono un'idea falsa o quantomeno falsata sulla questione omosessualità, rischiano di fare peggio che altro.
Forse sto sbagliando ma non ho mai parlato a un sacerdote di questi miei sentimenti ne ad altri/e consiglieri spirituali, perchè non mi fido e non credo che abbiano l'autorevolezza e la preparazione necessaria per rispondere alle mie domande su questa condizione.

Pensiamo poi anche a tutti quelli che convivono, da soli, ancora col mostro della propria omosessualità repressa. Quelli che pensano che sia una dannazione, che non sia moralmente accettabile e la vivono... male, angustiandosi per trovare una risposta.
Vista la situazione, la chiesa non gli aiuta, anzi. Per fortuna mi rendo conto che molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare. E' per questo che ho condiviso con voi la mia analisi e le mia indignazione.
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Messaggio  aria Lun Mar 28, 2011 12:25 pm

Ciao a tutte.
Ho letto lo sfogo accorato di White, lo comprendo e ovviamente mi ribolle dentro lo stesso sconforto, perchè se già nell'accettazione di se stessi il cammino è difficile, il pensare e sentir continuamente ribattere dalla NOSTRA Chiesa che siamo sbagliati e che il nostro comportamento è peccaminoso e immorale non aiuta e non rasserena....
Però...

La Chiesa è fatta di persone, che per volontà o per impegno o per vocazione o per predisposizione, costituiscono i testimoni della volontà e degli insegnamenti cristiani e li propongono al mondo. Ma, ripetiamocelo, è fatta di persone.
E come tali le persone hanno le loro piccolezze, le loro grettezze, i loro limiti, sia di comprensione che di accettazione delle cose, e oltretutto hanno una formazione, culturale ed educativa, probabilmente molto inquadrata e rigida.
Non voglio entrare nel merito di un discorso propriamente "politico", o nell'ottica della necessità della Chiesa ufficiale di mantenere, più che un certo livello di moralità, un più utile controllo delle menti, una forma di omogeneità di pensiero e di controllo di qualsiasi movimento un po' più aperto o riflessivo...

Io parlo e penso da cristiana, prima che da cattolica, cioè da discepola di Gesù prima che da "iscritta" alla Chiesa.

Io non ho dubbi che Dio sia presente nella mia vita con una incondizionata benedizione per quello che sono.
Mi sento tenuta in braccio da Lui, come da nessun altro... e - non so come - ma riesco a scindere abbastanza bene quello che credo sia il Suo porsi nei miei confronti, rispetto a quello che la Chiesa mi rimprovera o mi giudica.
Penso che la posizione della Chiesa sia in parte anche frutto di una paura folle, la paura che la legittimazione del comportamento omosessuale porti a una dilagante degenerazione dei comportamenti sessuali in genere, cioè una licenza al libertinaggio, più che alla libertà... Non lo dico per giustificare, ma penso che in parte sia così.
Quello secondo me su cui noi cristiani dovremmo insistere, non è la dimostrazione arrabbiata che il nostro comportamento è lecito (lecito??? ), bensì la testimonianza SERENA E RASSERENANTE che prima di tutto il nostro non è un "comportamento sessuale" (che detta così sembra pure una malattia rara Wink ), bensì un nostro ESSERE, e la realizzazione di questo nostro essere.

Non dico che non sia giusta, comprensibile e legittima la rabbia e la delusione, ma credo che dovremmo convogliarla, più che in una forma di disperazione vittimistica, nell'impegno a TESTIMONIARE.
Testimoniamo con il nostro comportamento, con il nostro vivere quotidiano, con il nostro instaurare relazioni costruttive e positive, con la nostra apertura al mondo, che possiamo e vogliamo essere cristiani attenti, persone impegnate, che possiamo e vogliamo ESSERE FAMIGLIA (e non FARE famiglie...)...
Testimoniamo la nostra normalità, non nel senso riduttivo o omologatore del termine...ma nel senso positivo.

Solo vivendo con il Vangelo in mano, discepoli innamorati e testimoni, potremo discostarci dall'immagine che molti hanno della checca isterica o della lesbica camionista, disordinati/promisqui/amorali... quegli attributi che ci danno così fastidio...

Alla fine..Dio non chiederà con chi siamo andati a letto durante la vita, no? Ci chiederà se abbiamo AMATO, e quanto abbiamo AMATO.

Forse la Chiesta e le istituzioni non si ricordano questo... ma noi, che lo sappiamo, teniamocela come una certezza e una consolazione, vicino al cuore.

Vi lascio uno scritto, che fa bene anche a me rileggere:

"Se aspettiamo che certe porte ecclesiastiche si aprano, chi sogna l'amore oggi, chi lo vive oggi, può andare in pensione o magari nel Regno definitivo di Dio, e queste porte restano bloccate. Vivere l'oggi, vivere dove Dio si manifesta...questo Dio mobile, che non puoi mettere in un territorio, questo Dio che va dove la sua sovrana libertà lo conduce..
Qualcuno in un dibattito diceva: se la chiesa diventa una discoteca e quindi ci sono i funzionari buttafuori, proseguiamo il ballo fuori!
Io però sostengo che il ballo bisogna farlo dentro, bisogna riconoscere l'amore dove esso è."

( Franco Barbero, Olio per la lampada
)

Mi ha detto una volta un mio amico sacerdote, la prima persona che mi ha preso per mano quando sono confusamente andata a bussare alla sua porta: il compito di noi cristiani non è rappresentare la Chiesa, ma è stare nella nostra Chiesa NONOSTANTE la Chiesa.

Senza polemica....

Un abbraccio a tutte e buona settimana! Aria


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Messaggio  Steffy Dom Mar 27, 2011 10:49 pm

Non solo in materia di omosessualità la Chiesa ci delude, gli argomenti sono tanti....giusto per fare un esempio, il negare la possibilità di accostarsi ai Sacramenti da parte dei divorziati o dei conviventi.
Ma la Chiesa è fatta da uomini e donne, è "il corpo di Cristo".
Poco importa, a mio avviso, chi sta ai vertici, chi pontifica o chi ha il compito di diffondere le "posizioni ufficiali".
Conta chi ne fa parte, anche non riconoscendosi in toto, ma continuando a credere, spesso con frustrazione e fatica, che pian piano l'amore prevalga sugli schemi ed i pregiudizi, dettati il più delle volte, solo dall'umana e comprensibile paura del diverso.
E' comprensibile la posizione di chi si sente rifiutato ed io per prima provo spesso questo stato d'animo.
Ma perchè tirarsi fuori? Escludersi significa rinunciare a qualcosa che per me e per tante di voi, credo, sia importante.
Il mio invito: pazienza, riflessione e dialogo, ogni qualvolta ve ne sia occasione.
Pian piano e con entusiasmo!

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Messaggio  roberta65 Dom Mar 27, 2011 10:24 pm

Eh si cara WhiteS ... la gerarchia non si smentisce mai e, molto probabilmente, lo fa anche in buona fede...
Speriamo che un giorno in Vaticano arrivi qualcuno di maggiormente "illuminato" ...........
... ma in quale secolo sarà questo giorno?
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Messaggio  WhiteShadow Dom Mar 27, 2011 8:47 pm

Ci ho pensato un po prima di aprire questa discussione. Dopo lo scambio in chat con alcune di voi mi sono andata a rileggere il discorso tenuto martedì scorso da Mos Tommasi delegato Vaticano al consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dove si discuteva di omofobia.
Purtroppo il testo integrale dell'intervento radio vaticana lo riporta solo in inglese, mentre nell'edizione italiana viene riportato solo uno striminzito comunicato.

Il discorso sintetizza chiaramente la posizione attuale della Chiesa cattolica sul tema che tanto ci sta a cuore. Quindi rileggendo il discorso di seguito faccio alcune mie osservazioni.

Primo. Ancora in Vaticano non hanno capito cosa sia o cosa si dovrebbe intendere per "orientamento sessuale" affermando che il significato dell'espressione fa riferimento a sentimenti e pensieri e non a comportamenti...

Secondo. La solita distinzione tra inclinazione e atti. Uno stato non dovrebbe mai punire una persona a causa dei suoi pensieri e sentimenti, ma deve necessariamente regolarne i comportamenti sessuali, alcuni dei queli devono essere sanzionati. Vengono menzionate a questo proposito la pedofilia e l'incesto sulla cui illegittimità sono d'accordo quasi tutti gli stati.

Su questo siamo d'accordo tutti ma... allora, l'omosessualità praticata è giusto sanzionarla o no?
Il monsignore su questo diplomaticamente tace.

Terzo. La sessualità umana. E qui ci divertiamo, si fa per dire Wink.
Esiste quindi una dimensione morale della sessualità. E fin qui...
La sessualità, secondo loro, non può essere ricondotta a un'identità non ha a che fare con l'essere ma con le azioni.
Affermare che l'orientamento sessuale ha a che fare con la personalità di un individuo annullerebbe la possibilità di scelta individuale. Scelta che è da intendersi immagino tra
a)rovinarsi la vita con un finto matrimonio
b) condurre una vita di solitudine
c)vivere da omosessuale.
In altre parole se si annulla questa possibilità di scelta tutti gli omosessuali sarebbero obbligati a vivere da omosessuali e quindi ad andare tutti all'inferno. E questo per Mons Tommasi e la Chiesa Cattolica tutta è inaccettabile !! Quindi rimangono solo le prime due possibilità. Almeno così c'è un'alternativa...

Nel gran finale Mons Tommasi spende una parola in difesa di quei poverini compreso se stesso, che vengono attaccati per le loro posizioni contrarie ai comportamenti omosessuali. "La verità" conclude "è che questi attacchi sono violazioni di diritti umani fondamentali e non possono essere giustificati in nessuna circostanza".

Per carità ognuno è libero di dire quello che vuole a meno che non inciti all'odio e alla violenza. Ma cosa vogliamo dire del silenzio complice di fronte alle esecuzioni capitali, alle violenze (verbali e fisiche) e privazioni di diritti fondamentali, che molti gay e lesbiche (reali o presunti) hanno subito o continuano a subire ad esempio nei paesi dove l'omosessualità è reato?

Un silenzio imbarazzato e che dovrebbe essere anche imbarazzante per tanti cattolici. Imbarazzante come le parole che in passato hanno equiparato l'omosessualità a crimini o a perversioni sessuali. L'unica differenza tra noi e un criminale è che per difendere la vita di ladri e assassini tanti bravi cattolici sarebbero disposti a schierarsi. Tutti contro la pena di morte perchè in fondo la vita umana è un dono supremo e assoluto. Ed è ok.
Ma in difesa di un, passatemi il termine "povero frocio" o una povera lesbica chi leva la sua voce? Ancora un omertoso e imbarazzato silenzio. Question

Scusate lo sfogo.
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