scoutismo e omosessualità
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Re: scoutismo e omosessualità
Eirene ha scritto:Condivido il tuo pensiero Anita.
Anche io sono stata per tanto tempo in questa realtà. Però nel mio gruppo non si è verificato questo. C'era piuttosto un regime di "Don't Ask Don't Tell".
Un'altra cosa che mi sembra grave è il fatto che se si scopre che un/una ragazzo/a del gruppo è gay, secondo i relatori bisogna parlare con i genitori e con lo psicologo.
Il/la giovane in questione si sentirà sempre esposto/a e non saprà di chi fidarsi. Mi sembra grave in un ambiente che per dovrebbe aiutare ad aprirsi al mondo, confrontarsi e crescere.
OK! Eirene, questa e` la situazione che troviamo intorno a noi per cui siamo al limite delle `cure correttive`. Lo psicologo potrebbe essere utile, non solo per il ragazzo/a ma anche e soprattutto per i genitori che si trovano a vivere un figlio/a omosessuale, ma dubito che lo psicologo scelto possa essere di vedute aperte.
Bene, alla luce dei fatti o si cambia noi e cerchiamo di rafforzarci e di dare vita a strumenti come il forum e ci impegnamo a creare una `rete` tra di noi che puo` essere d`aiuto a tanti giovani o..... restiamo chiuse nelle nostre speranze e nelle nostre delusioni, continuando a segnalare queste realta` che ci feriscono ma senza poi ottenere risultati....
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: scoutismo e omosessualità
Condivido il tuo pensiero Anita.
Anche io sono stata per tanto tempo in questa realtà. Però nel mio gruppo non si è verificato questo. C'era piuttosto un regime di "Don't Ask Don't Tell".
Un'altra cosa che mi sembra grave è il fatto che se si scopre che un/una ragazzo/a del gruppo è gay, secondo i relatori bisogna parlare con i genitori e con lo psicologo.
Il/la giovane in questione si sentirà sempre esposto/a e non saprà di chi fidarsi. Mi sembra grave in un ambiente che per dovrebbe aiutare ad aprirsi al mondo, confrontarsi e crescere.
Anche io sono stata per tanto tempo in questa realtà. Però nel mio gruppo non si è verificato questo. C'era piuttosto un regime di "Don't Ask Don't Tell".
Un'altra cosa che mi sembra grave è il fatto che se si scopre che un/una ragazzo/a del gruppo è gay, secondo i relatori bisogna parlare con i genitori e con lo psicologo.
Il/la giovane in questione si sentirà sempre esposto/a e non saprà di chi fidarsi. Mi sembra grave in un ambiente che per dovrebbe aiutare ad aprirsi al mondo, confrontarsi e crescere.
Eirene- Messaggi : 253
Data d'iscrizione : 20.02.10
Località : da definire
re
Devo dire che non mi sorprende minimamente.... la posizione della Chiesa e` questa e difficilmente cambiera`, specialmente sinche` quelli che la frequentano non usano le loro `celluline grigie` pensando e vivendo e rispondendosi e camminando nel mondo in autonomia e liberta` usando magari il cuore anziche` una rigida dottrina che dovrebbe essere di accoglienza e tolleranza, ma dico dovrebbe, perche` invece in realta` ho difficolta` a trovare anche una briciola di compassione figuriamoci autonomia e menti aperte tra il popolo dei cristiani
SHANTI- Messaggi : 878
Data d'iscrizione : 01.03.11
Re: scoutismo e omosessualità
Ciao Eirene,
ho dato un'occhiata veloce al documento che hai linkato.
L'argomento mi trova sensibile essendo io stata capo scout fino a non molto tempo fa e avendo vissuto in prima persona l'episodio di allontanamento di un capo che si era dichiarato. Ai tempi (circa 10 anni fa ormai) mi ero dedicata a questa cosa cercando di sensibilizzare e informare la mia associazione (cattolica, ma non Agesci) sul tema, ma avevo trovato grande bigottismo, il festival degli stereotipi, e da parte di un assistente francescano addirittura dell'amara ironia.
Purtroppo la questione è ancora e sempre la stessa: si tratta di associazioni che appartengono a santa madre chiesa e in quanto tali non possono porsi domande, non possono mettersi in discussione, non possono cambiare nulla, devono solo chinare il capo e obbedire. Non a caso leggendo gli atti del seminario di cui parli si vede subito che la prima relazione non è stata degli psicologi, ma del prete, come a chiarire bene le premesse.
Bisognerebbe capire se, e in che modo, associazioni scout aconfessionali si sono mai posti il problema e come lo hanno affrontato.
C'è qualche noemina informata?
ho dato un'occhiata veloce al documento che hai linkato.
L'argomento mi trova sensibile essendo io stata capo scout fino a non molto tempo fa e avendo vissuto in prima persona l'episodio di allontanamento di un capo che si era dichiarato. Ai tempi (circa 10 anni fa ormai) mi ero dedicata a questa cosa cercando di sensibilizzare e informare la mia associazione (cattolica, ma non Agesci) sul tema, ma avevo trovato grande bigottismo, il festival degli stereotipi, e da parte di un assistente francescano addirittura dell'amara ironia.
Purtroppo la questione è ancora e sempre la stessa: si tratta di associazioni che appartengono a santa madre chiesa e in quanto tali non possono porsi domande, non possono mettersi in discussione, non possono cambiare nulla, devono solo chinare il capo e obbedire. Non a caso leggendo gli atti del seminario di cui parli si vede subito che la prima relazione non è stata degli psicologi, ma del prete, come a chiarire bene le premesse.
Bisognerebbe capire se, e in che modo, associazioni scout aconfessionali si sono mai posti il problema e come lo hanno affrontato.
C'è qualche noemina informata?
anita- Messaggi : 834
Data d'iscrizione : 20.01.10
Età : 52
Località : bergamo
scoutismo e omosessualità
Ciao a tutte.
Vi scrivo perché allibita dalle conclusioni di un convegno che si è tenuto tra i vertici dello scoutismo italiano sull'omosessualità. Non ho avuto tempo di leggere gli atti del convegno (linkati nell'articolo di Repubblica)
ma alcune conclusioni mi lasciano senza parole.
In un ambiente aperto, di crescita e di confronto come quello dello scoutismo non dovrebbero esistere barriere mentali simili.
Per chi vuole approfondire qui trovate l'articolo di Repubblica e qui quello del Corriere
Cito : "Le persone omosessuali adulte nel ruolo di educatore - ovvero i capi scout - costituiscono per i ragazzi loro affidati un problema educativo".
Secondo il sacerdote relatore del convegno: "Il capo omosessuale ha un vantaggio rispetto agli altri capi. In linea generale ha tendenze artistiche, è molto sensibile, è dotato per le relazioni personali. Spesso una persona omosessuale nei rapporti affettivi ha un vantaggio rispetto agli altri capi che faticano a comunicare con i ragazzi" ...quindi siccome è più sensibile rappresenterebbe un "problema educativo"???
In sostanza, durante il convegno viene sconsigliato il coming out dei capi scout .
Infine, «che fare» quando emergano casi di omosessualità tra i giovani scout?. «Secondo me - afferma sempre il relatore - bisognerebbe parlare con i genitori e invitare un esperto con cui consigliarsi. In linea generale uno psicologo dell'età evolutiva o ancora meglio un pedagogista. Non si può semplicemente evitare il problema non affrontandolo».
non so cosa pensare sinceramente.
tanta delusione per un'occasione persa di avvicinarsi a centinaia di ragazzi e ragazze omosessuali che frequentano gli scout...
Vi scrivo perché allibita dalle conclusioni di un convegno che si è tenuto tra i vertici dello scoutismo italiano sull'omosessualità. Non ho avuto tempo di leggere gli atti del convegno (linkati nell'articolo di Repubblica)
ma alcune conclusioni mi lasciano senza parole.
In un ambiente aperto, di crescita e di confronto come quello dello scoutismo non dovrebbero esistere barriere mentali simili.
Per chi vuole approfondire qui trovate l'articolo di Repubblica e qui quello del Corriere
Cito : "Le persone omosessuali adulte nel ruolo di educatore - ovvero i capi scout - costituiscono per i ragazzi loro affidati un problema educativo".
Secondo il sacerdote relatore del convegno: "Il capo omosessuale ha un vantaggio rispetto agli altri capi. In linea generale ha tendenze artistiche, è molto sensibile, è dotato per le relazioni personali. Spesso una persona omosessuale nei rapporti affettivi ha un vantaggio rispetto agli altri capi che faticano a comunicare con i ragazzi" ...quindi siccome è più sensibile rappresenterebbe un "problema educativo"???
In sostanza, durante il convegno viene sconsigliato il coming out dei capi scout .
Infine, «che fare» quando emergano casi di omosessualità tra i giovani scout?. «Secondo me - afferma sempre il relatore - bisognerebbe parlare con i genitori e invitare un esperto con cui consigliarsi. In linea generale uno psicologo dell'età evolutiva o ancora meglio un pedagogista. Non si può semplicemente evitare il problema non affrontandolo».
non so cosa pensare sinceramente.
tanta delusione per un'occasione persa di avvicinarsi a centinaia di ragazzi e ragazze omosessuali che frequentano gli scout...
Eirene- Messaggi : 253
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